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La riflessione

Gli Stati della Prevenzione e il paradosso napoletano

...si sono svolti alla Stazione Marittima, cioè nel Porto, definito a rischio pochi giorni prima, in seguito a un monitoraggio dell’aria...

Mattarella agli Stati Generali della prevenzione a Napoli

Il Presidente Sergio Mattarella al Villaggio degli Stati Generali della Prevenzione

La settimana scorsa Napoli ha ospitato la due giorni degli Stati Generali sulla necessità di una prevenzione sanitaria sempre più mirata e capillare. Un megaconsulto promosso dal governo Meloni, nel corso del quale si è discusso e tracciato un percorso decisivo per realizzare il meglio in ogni branca. Dal Presidente Mattarella, che ha voluto testimoniare, con la sua presenza e il suo intervento, la cruciale importanza del tema in discussione, ai vari oratori è emerso un unanime convincimento. La prevenzione non è una sfida come tante altre, richiede un insieme di azioni e di misure, rivolto a evitare, a rimuovere situazioni dannose o pericolose alla salute.

Insomma un’azione diretta a impedire il verificarsi e il diffondersi di fatti, non desiderati, a ridurre la morbilità, gli effetti dovuti da determinati fattori o patologie, attraverso un’attenta cura di se stessi che deve coinvolgere tutti. Presuppone una grande, collettiva partecipazione: accanto alla quotidiana operatività del sistema sanitario su tutto il territorio, contemporaneamente va curata e seguita la “fase preventiva”. Condizione prioritaria per potervi riuscire è però la eliminazione dei gap e delle differenze territoriali, scongiurando disparità o discriminazioni. A partire da nuovi stili di vita e agli “screening”, il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione, il ruolo del National Health Prevention Hub, l’approccio One Health, in questo rinnovato percorso, molto conteranno innovazione e intelligenza artificiale.

Oltre ai 300 milioni di euro già disponibili per la prevenzione e al rafforzamento ulteriore degli investimenti, c’è un impegno morale prima che statutario da tenere sempre in mente. “La popolazione che invecchia deve vivere bene con meno patologie”. Questi i numeri degli Stati Generali di Napoli: “178 relatori nazionali e internazionali, 6 reti e 100 sanitari di IRCCS presenti, 43 società scientifiche, 11 ordini professionali, 2150 registrazioni tra operatori e cittadini, 400 operatori sanitari coinvolti, 1175 screening prenotati. Una forza in campo che, nella due giorni, ha trasmesso un messaggio chiave: “La prevenzione è il farmaco più potente per la salute pubblica e per migliorare la qualità della vita”. Prevenzione che, in molti altri contesti, è tutt’altro che soddisfacente rispetto alle urgenze crescenti dei nostri tempi. A farcelo dire è una singolare paradossale coincidenza da evidenziare.

Gli Stati Generali si sono svolti alla Stazione Marittima di Napoli, cioè nel Porto, definito a rischio pochi giorni prima, in seguito a un monitoraggio dell’aria, allarmante perpericolose emissioni inquinanti: un mix di polveri azoto e carbonequindici volte superiore al livello consentito. Da far comunicare ufficialmente: “Al Porto è a rischio non solo chi ci lavora ma anche chi vi transita”, criticità estese a piazza Municipio, piazza della Borsa, Porta di Massa, l’Università, la Camera di Commercio, le centrali commerciali collegate con il Porto e le attività terziarie di maggior rilievo con le principali strade diattraversamento al sistema. Imputabili, va detto, a gravissimi errori del passato.

Quando “non si è guardato all’intero territorio per distribuirne le diverse funzioni con un disegno organico e per assegnare a ciascuna parte una precisa funzioni” disse una quarantina di anni fa un grande amministratore e un rigoroso politico Alberto Servidio. Che aggiunse a riguardo: “Se non si inverte questa tendenza soffocante, noi faremo della nostra città una bolgia “. E cosi è stato . La sua non fu una profezia ma una previsione che, a fronte a quanto assistiamo ce ne rende il ricordo ancora più ammirevole e esemplare. Oggi in un mondo, in cui è messo tutto in discussione e la frequenza di certi fenomeni non lascia sereni, serve una prevenzione ad ampio raggio. A riguardo deve far riflettere, e tanto, la recente relazione del Commissario unico per la Terra dei fuochi Giuseppe Vadalà, in cui si dice che “oggi su 293 siti del piano di bonifiche solo 4 siti sono stati bonificati e su un altro 60% circa si deve ancora eseguire la caratterizzazione”. Inutile aggiungere altro.

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