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la maiolica

Omaggio al Vescovo dei poveri, "oscurato" perché difese il Papa

Festa per Monsignor Francesco Saverio Petagna. Una effigie in maiolica a lui dedicata dalle Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria

Omaggio a un Santo Vescovo "oscurato" perché giudicato borbonico

Sant'Arsenio, inaugurazione dell'effigie per monsignor Petagna

CASTELLAMMARE DI STABIA. È stato Vescovo a Castellammare di Stabia, dove ha esercitato le sue virtù eroiche riconosciute dalla Santa Sede, ma in quella che fu la sua Diocesi, monsignor Francesco Saverio Petagna non riceve quegli onori che la città gli dovrebbe... se ne conoscesse la storia.

Del Vescovo (1812-1878), infatti, sembra che a Castellammare di Stabia si sia persa memoria. Mentre le suore Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che vivono nella "Casa Madre" di via Regina Margherita, lo venerano ogni giorno come "il Fondatore" e continuano a vivere in Italia la spiritualità alla quale Monsignor Petagna le ha istruite, ma anche e soprattutto nelle missioni all'estero (Colombia, Perù e Brasile).

Papa Leone XIV conosce le suore di monsignor Petagna, perché con loro ha collaborato nel periodo in cui è stato Vescovo di Chiclayo, in Perù. A Castellammare di Stabia esiste un "Museo" dedicato a Monsignor Petagna, ma nessuno sa della sua esistenza. Domani, 24 giugno, un gruppo di giovani di Sant'Arsenio vi farà visita, accompagnato dalle suore che vivono nel convento del comune salernitano e dal parroco, don Martino Romano, insieme al quale - per l'intero mese di giugno - sono state attuate numerose iniziative per celebrare il Venerabile. «La visita alla Concattedrale e alla Casa madre stabiese - spiega don Martino - è maturata nell'ambito delle celebrazioni per il 110° anniversario della presenza delle suore a Sant'Arsenio. Abbiamo vissuto in questi giorni, insieme a loro, iniziative per i bambini, con i giovani e gli adulti del paese. Tutte improntate all'esercizio dei capisaldi della spiritualità di monsignor Petagna. Lui aveva a cuore i poveri, quindi abbiamo effettuato una raccolta di generi di prima necessità per i meno abbienti. Aveva a cuore gli ammalati, e allora siamo stati in visita all'Hospice di Sant'Arsenio. C'è stata cura per l'educazione dei giovani, poiché anche questa era nelle attività di monsignor Petagna. Sono, in pratica, tutte le opere a cui sono dedite le Suore qui da noi da 110 anni».

Da ieri (domenica 23 giugno) campeggia sul muro del convento, proprio al centro di Sant'Arsenio, una bellissima immagine in maiolica del Vescovo di Castellammare di Stabia. L'effigie è stata scoperta alla presenza della Madre Generale delle Religiose, Rosvilde Galasso, giunta da Roma accompagnata da consorelle provenienti dal Brasile e dalla Colombia, da Polla, Salerno e da Castellammare di Stabia. Madre Rosvilde ha tratteggiato la personalità ed elencato le numerose opere del "Fondatore", sottolineando come predicò e visse con coerenza, donando tutti i suoi beni ai poveri e difendendo il Papa. Insieme, le religiose hanno pregato e si sono confuse tra i santarsenesi che hanno sempre avuto a cuore le suore di monsignor Petagna.

Anche il sindaco di Sant'Arsenio, Donato Pica, ha elogiato la presenza e la grande generosità delle suore dell'ordine dei Cuori di Gesù e Maria, ricordando di essere stato egli stesso uno dei loro allievi dalle scuole dell'Infanzia alle Elementari. Purtroppo, da qualche anno, il ciclo scolastico dedicato ai bambini è stato interrotto. Ma l'infaticabile suor Marilena Albanese, giunta da pochi mesi a Sant'Arsenio, ha ricreato uno spirito di entusiasmo nei giovani ridando vita alle aule scolastiche - chiuse alla didattica - con attività educative e di accoglienza molto apprezzate dai genitori del posto. Insieme alle anziane consorelle, è stata data nuova linfa al convento, anche grazie all'attivismo dei ragazzi, riuniti intorno all'altrettanto giovane parroco, don Martino e all'amato don Antonio.

«Merito della forza che ci infonde monsignor Petagna - afferma suor Marilena - Senza il nostro Fondatore, tutto questo non sarebbe stato possibile».

Intanto, madre Rosvilde, continua a seguire e a sostenere il percorso che vorrebbe vedere affermato monsignor Petagna come Beato. «Riconosciute le sue virtù eroiche, ora occorre un miracolo che sia inconfutabile - spiega la Madre Generale - Riceviamo segnalazioni di grazie, ma il miracolo deve avere caratteristiche da non lasciare dubbi e, in quel caso, si ricostituisce la commissione per le cause dei santi con il postulatore, medici ed esperti. La preghiera è l'utile strumento affinché ciò si verifichi. E l'edicola oggi inaugurata qui a Sant'Arsenio ha proprio questo valore. È un "richiamo" per chi passa e la vede, a rivolgere una preghiera a Monsignore... noi speriamo che presto si verifichi il miracolo atteso». 

Le opere di Monsignor Petagna sono tante e tali che da sole, com'è successo con il futuro santo Bartolo Longo, basterebbero a riconoscergli questo status per la Chiesa.

«Sì, però, di lui non si racconta la storia, a Castellammare di Stabia non si fa abbastanza per diffonderne la memoria dei suoi meriti. Proprio nella sua città non si conosce la vita e tutto ciò che ha rappresentato per la Chiesa e per le migliaia di persone che sono state e tuttora vengono beneficiate con le missioni, le scuole, la dedizione ad ammalati, poveri, giovani...».

Papa Leone XIV potrebbe intervenire?

«Noi lo speriamo, perché, da Vescovo a Chiclayo, ha conosciuto le nostre suore e sa quanto e come lavorano».

Ma se in Italia e a Castellammare di Stabia non è venerato con lo stesso ardore che a Sant'Arsenio, dove è più riconosciuto il valore della vita di Monsignor Petagna?

«Più che in Italia, è molto conosciuto e venerato in Brasile, a Uberaba, dove è nato un grande fermento tra laici, con un movimento che opera sulle orme della sua spiritualità, conosciuta tramite le nostre suore. Organizzano e vivono incontri di formazione, preghiere, momenti di convivialità. Da Molfetta, un parroco ora mi ha chiesto dei suoi testi per approfondirne la vita. Poi, in Francia, a Marsiglia è molto conosciuto».

Quella di Monsignor Petagna è stata una memoria oscurata, fu accusato di essere filo-borbonico.

«Sì, perché all'epoca aveva giurato fedeltà a Francesco II di Borbone e quando gli fu ordinato di celebrare un Te Deum per il nuovo governo, preferì andarsene in esilio. Nella Chiesa del Gesù a Castellammare di Stabia, è custodita una statuina della Madonna Immacolata che Ferdinando II di Borbone regalò a Monsignor Petagna, da destinare agli Immacolatini a Castellammare di Stabia. Il Venerabile ha scontato la sua difesa del Papa, rifiutandosi di fare le feste per il nuovo governo, ma lo fece andando via, lasciando la Cattedrale».

 Altri episodi sono raccontati in testi dedicati a Monsignor Francesco Petagna, descritti da fedeli del Vescovo Venerabile quando la sua memoria a Castellammare di Stabia era ancora molto viva. 

«Sì, nelle pagine 90 e 91 del testo Pomeriggio di Fuoco", dedicato al Vescovo di Castellammare, nostro Fondatore, si ricorda come Monsignor Petagna fu impavido assertore dei diritti di Dio, della Chiesa e della libertà, come voce potente contro le ingiustizie delle forze avverse, e che si tentò di soffocare».

Ecco uno stralcio del testo citato dalla Madre Generale: "Si cominciò con l'accusa di filo-borbonismo. Vennero ricordati gli incontri di mons. Petagna con i sovrani di Napoli, quando questi venivano a Castellammare al Palazzo Reale (a Quisisana, ndr)... Non sfuggìil giorno in cui mons. Petagna era salito alla reggia per battezzare la bimba, nata a Maria Teresa a Castellammare, dove la famiglia reale era venuta a trascorrere la stagione estiva. 

Molti poi avevano presente la data del 18 gennaio 1860: compiendo il Sovrano 24 anni, presenti Francesco II e Maria Sofia con tutta la Corte, era stata varata una nuova fregata, la 'Borbone', ad elica, armata di cinquanta cannoni. Alla solenne cerimonia era intervenuto il Vescovo. Di lì a pochi mesi, quell'unità da guerra, col nome di 'Garibaldi' sarebbe passata a far parte della marina sarda e avrebbe bombardato le truppe borboniche...".

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