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25 Settembre 2018 - 15:21
Piazza Attiva pubblica in un video su Facebook le tonnellate di materiale franoso "nascosto" tra gli alberi come la spazzatura sotto il tappeto
CASTELLAMMARE DI STABIA. I boschi del Monte Faito trattati come area da discarica. La denuncia dell’associazione Piazza Attiva di Castellammare di Stabia è in una lettera ufficialmente protocollata, in fotografie molto eloquenti e in un video che illustra in maniera inequivocabile l’ennesimo scempio ambientale perpetrato, questa volta, non da anonimi cittadini, ma da ditte specializzate alla rimozione dei materiali sversati, con il benestare delle istituzioni: Comuni e Parco dei Monti Lattari.
Il video che ieri l’associazione Piazza Attiva ha pubblicato su Facebook ha una durata di quasi 5 minuti. La ripresa, effettuata a bordo di un’auto che cammina, quindi, per 5 minuti senza sosta, mostra cumuli di residui franosi depositati senza soluzione di continuità dentro al bosco del monte Faito. Detriti che sommergono la vegetazione e sofocano le radici degli alberi. Un vero disastro ambientale. Quel materiale è lì da aprile, da quando, cioè, si provvide a sgomberare la strada di collegamento tra Vico Equense e Monte Faito, che era rimasta interrotta in seguito a una serie di smottamenti che avevano occupato la carreggiata isolando gli abitanti della montagna per l’intero inverno. Gli interventi di ripristino della transitabilità furono effettuati trasportando il materiale degli smottamenti dentro ai boschi del monte Faito. Un po’ come se la massaia che spazza casa, spinge poi i mucchi di spazzatura sotto il tappeto.
«Le grandi pioggie - testimonia Pino De Vivo in un post sul social network - portarono giù, da canali, zanelle e corsi naturali, accumuli di mattonelle, blocchi di cemento, calcinaccio, ferrame, bombole di gas, uno scaldino elettrico, ruote di camion e auto, cartongesso, legno, tubi di amianto, amianto sbriciolato, terra e pietrame. Dal luogo della frana, dopo molto tempo, hanno portato via tutto. Vicino al Centro Sportivo, il Comune lo ha fatto portare a piccoli viaggi con una camionetta che carica quasi 2 metri cubi alla volta. Perché? Forse Faito bon aveva già abbastanza munnezza?». I cittadini di Piazza Attiva si chiedono ora se l’occultamento di quel materiale non si rendesse necessario per evitare indagini sul modo in cui tanti rifiuti sono stati “smaltiti” negli anni. Per questo l’associazione insiste con i sindaci di far controllare quel materiale accumulato nei boschi del Faito e «di darci rassicurazioni che risulti tutto regolare». Ma sono passati quasi 4 mesi dalla lettera di Piazza Attiva e finora nessuno ha risposto alle richieste dell’associazione.
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