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Camorra
25 Giugno 2025 - 08:47
Nel riquadro Gaetano Diana, 46 anni, coinvolto nel blitz che a febbraio scorso ha portato all’esecuzione di 25 arresti
NAPOLI. Patto tra camorra e politica a Giugliano, scarcerazione eccellente: torna a piede libero il presunto braccio destro del boss “Mimì ’o pesante”. Gaetano Diana, 48enne di Mugnano conosciuto come “pella pella”, era stato arrestato lo scorso febbraio con l’accusa di associazione mafiosa, in quanto considerato dalla Dda il uno dei fedelissimi del reggente del clan Mallardo Domenico Pirozzi “’o pesante”.
Il tribunale del Riesame di Napoli, ottava sezione penale, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Luigi Poziello e annullando l’ordinanza di custodia cautelare, ha disposto l’immediata liberazione di Diana, scarcerandolo dal penitenziario di Voghera dove era detenuto.
L’uomo affronterà il processo a piede libero con l’imputazione di 416bis. La Suprema Corte di Cassazione, sesta sezione penale, nei giorni scorsi aveva accolto il ricorso dell’avvocato Luigi Poziello e aveva annullato l’ordinanza del tribunale del Riesame di Napoli che in prima battuta aveva invece lasciato Diana in carcere.
“Mimì ’o pesante” invece era già stato rimesso in libertà per questa vicenda dal tribunale del Riesame. Il blitz di febbraio scorso aveva portato all’esecuzione di 25 arresti, tra cui quello dell’ex sindaco di Giugliano Antonio Poziello. Il clan Mallardo, secondo la Procura, avrebbe condizionato la tornata di elezioni amministrative del 2020, intervenendo spesso anche in controversie tra privati.
Una sorta di “potere occulto” pronto a far sentire la propria voce negli interessi dell’organizzazione malavitosa, come si legge nelle carte dell’inchiesta della Dda che ha portato all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di ex amministratori, presunti esponenti del clan e al sequestro di svariati beni (tra cui rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e società) per alcuni milioni di euro.
Tra gli arrestati figura anche l’ex sindaco Antonio Poziello. Eletto una prima volta nel 2015, si era ripresentato alle elezioni nel 2020, finendo battuto dall’attuale sindaco del Pd, Nicola Pirozzi. Secondo l’accusa (da provare in giudizio) Antonio Poziello e Francesco Mallardo “’o marmularo” (indagato a piede libero) avrebbero stretto un accordo per il sostegno durante la tornata elettorale del 2020, poi persa: voti in cambio di 10mila euro versati dall’ex sindaco per una successiva gestione clientelare dell’amministrazione comunale di Giugliano.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti l’ex sindaco, insieme con un ex assessore indagato e arrestato nell’ambito della stessa operazione, avrebbero ricevuto un “corrispettivo” in cambio dell’aggiudicazione dei lavori di recupero e manutenzione ordinarie delle case popolari di Casacelle.
Le attività illecite sarebbero state poste in essere dagli indagati anche per destinare i proventi alla “cassa comune” dell’organizzazione criminale, creata per il sostentamento degli affiliati al clan e dei familiari degli esponenti della cosca detenuti; inoltre, il clan sarebbe anche intervenuto in varie controversie tra privati in disaccordo.
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