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Ponticelli
27 Giugno 2025 - 09:00
Nella foto il blitz dei carabinieri in via Panagalis; nei riquadri gli indagati Francesco De Martino e Luigi Pangia
NAPOLI. La roccaforte del clan De Martino, i cui componenti sono soprannominati “Xx”, era in un immobile occupato abusivamente in via Panagalis, a Ponticelli, che nei giorni scorsi è stato sgomberato dai carabinieri e dalla polizia locale. Un provvedimento emesso dalla Dda, che ha disposto accertamenti certosini sulla proprietà e la gestione di una palazzina a tre piani nel corso di un’inchiesta che vede 29 indagati per il reato d invasione di terreni ed edifici.
È emerso che si tratta di una costruzione del Comune di Napoli destinata ad attività commerciale, ma di cui si erano impadroniti i ras del gruppo di malavita. A cominciare da Francesco De Martino, che vi aveva ricavato un appartamento condiviso con la moglie, Carmela Ricci.
Il 25 giugno scorso i carabinieri del comando provinciale di Napoli e gli operatori della Polizia locale di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Napoli su richiesta e all’esito delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e delegate ai carabinieri, per il reato di occupazione abusiva di edifici pubblici con l’aggravante dell’agevolazione di sodalizi camorristici, nel caso specifico il clan “De Martino XX” operante a Ponticelli. L’immobile, composto da tre piani e 16 cespiti, si trova in via Panagulis.
Gli immobili sono di proprietà comunale e nonostante avessero una destinazione commerciale erano stati occupati e adibiti ad abitazioni. Anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia è stata ricostruita l’occupazione abusiva. L’edificio era diventato la roccaforte del clan, alleato dei De Micco e in contrapposizione con gli altri gruppi camorristici del quartiere, al punto che persone estranee all’organizzazione in qualità di aspiranti occupanti avevano avuto avere la disponibilità di un alloggio solo dopo aver pagato l’affitto ai membri del clan De Martino.
Le operazioni, coordinate dalla procura e sotto la supervisione del prefetto di Napoli Michele Di Bari, hanno visto l’impiego di oltre 200 operatori tra carabinieri, polizia locale, polizia di Stato, guardia di finanza e vigili del fuoco nonché la presenza anche dei servizi sociali e di personale del Comune. Al termine dell’operazione, avvenuta dopo le notifiche ai destinatari del sequestro e diventata esecutiva il 25 giugno, le unità abitative sono state svuotate di mobili e suppellettili e rese inagibili e murate. Per i nuclei familiari ancora presenti sono state disposte soluzioni alloggiative e sanitarie temporanee. Della vicenda ha parlato il pentito Giovanni Breccia.
«Quando un alloggio pubblico era libero per qualche motivo a Ponticelli veniva occupato dopo aver pagato il clan De Martino. Se l’appartamento non era occupato, il boss Francesco De Martino ordinava di venderlo e il prezzo era fissato sulla base delle possibilità economiche dell’acquirente. Se invece l’alloggio era occupato il soggetto occupante incassava sui 30mila euro da cui venivano sottratti 5.000 euro per Francesco De Martino quale capo».
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