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30 Giugno 2025 - 20:36
Anna e Pino Paciolla
Sono passati cinque anni da quel tragico giorno in cui Mario Paciolla, cooperante napoletano impegnato con le Nazioni Unite in Colombia, venne trovato morto in circostanze ancora avvolte nel mistero. Oggi, la famiglia del giovane si trova nuovamente a confrontarsi con una svolta giudiziaria: il giudice ha accolto la seconda richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma, suscitando reazioni contrastanti e una forte determinazione tra i parenti.
Anna Motta, madre di Mario, ha commentato con dolore e fermezza la decisione: «Per me è come se mio figlio fosse morto una seconda volta». La donna, molto provata, non si arrende e si dice convinta che il figlio non si sia suicidato, sostenendo che ci sono «tante cose» che le fanno credere diversamente. «Se prima prendevo un appuntamento al giorno per cercare la verità per Mario, da oggi ne prenderò due», ha dichiarato, determinata a non cessare le proprie ricerche.
In piazza Municipio, su un balcone del Comune di Napoli, è stato affisso uno striscione con la foto di Mario Paciolla e la scritta “Verità per Mario”, simbolo di un impegno che dura da anni. La madre Anna e il padre Pino si sono ritrovati tra amici e sostenitori, che nel corso di questi cinque anni non hanno mai fatto mancare il loro appoggio. «Sono loro la nostra forza – affermano Anna e Pino – la forza per andare avanti».
Attualmente, i familiari attendono di conoscere le motivazioni ufficiali che hanno portato all’archiviazione. Anna Motta ha ribadito la propria volontà di non fermarsi: «Io non mi fermerò» ha detto, aggiungendo di essere disposta ad andare ovunque per cercare la verità, anche all’estero.
La vicenda di Mario Paciolla rimane aperta, mentre la famiglia si prepara a proseguire la battaglia per fare luce sulle circostanze della morte del giovane cooperante, simbolo di un impegno che non si è mai spento.
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