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Acerra
01 Luglio 2025 - 09:13
ACERRA. Dopo l’ultimo weekend di fuoco, che ha devastato irrimediabilmente la qualità dell’area su Acerra e dintorni, si temono nuovi raid incendiari seriali torneranno ad agire, colpendo le solite discariche abusive già esistenti all’interno del territorio locale, soprattutto nelle ore serali o notturne, quando in zona mancano i controlli, che finiscono, per la polizia locale, entro le 24.
Tra i possibili obbiettivi a rischio concreto vi è la famigerata discarica della cosiddetta “Vasca del Padreterno”, che è presente da oltre 30 anni tra l’indifferenza di tutta la classe politica locale e non, che non si è giammai preoccupata di comprendere cosa sia celato in quella cava della famiglia Rosano posta a ridosso dell’asse mediano Nola-Villa Literno.
In ogni modo sia in località Calabricito, che in località Candelara, si sono viste piccole colonne di fumo fuoriuscire da sotto i rifiuti combusti (per lo più plastiche) andati in fumo il giorno precedente. Punti a rischio sono gli ingressi degli assi viari, dove ogni giorno centinaia di incivili abbandonano in modo incontrollato i loro rifiuti solidi urbani.
È chiaro come l’ordinanza 23, quella relativa ai servizi di prevenzione per gli “incendi-boschivi”, sia un atto inefficace rispetto al nocciolo del problema. La prevenzione – così come scrive il sindaco nella sua ordinanza – può essere una svolta ma è necessario creare una rete di sorveglianza, che certamente non può essere portata avanti solo da un gruppo di volontari “arruolati” nel gruppo comunale di Protezione civile in mancanza di un piano.
Tornando ai roghi tossici, se l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Tito D’Errico non imporrà un’azione sinergica e un incremento delle attività, Acerra continuerà a bruciare, le diossine continueranno ad inquinare l’aria dell’intero territorio acerrano, tra l’indifferenza di quella politica che si ostina a chiudere le strade del centro nei week-end, nascondendosi dietro slogan ambientalistici. Così non si andrà da nessuna parte, solo verso una devastazione completa, verso la morte, fingendo la solita indignazione, con la consapevolezza che siamo noi i veri responsabili del nostro male.
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