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Il dramma
04 Luglio 2025 - 08:35
NAPOLI. Una storia di disperazione e solitudine culminata alle 9,30 di ieri in un omicidio-suicidio, con un 76enne che ha ammazzato il fratello di 4 anni più grande e poi si è sparato al volto. Raffaele Poce temeva di lasciare senza assistenza il fratello 80enne, che viveva da solo in precarie condizioni di salute in uno scantinato senza gas di città e corrente elettrica.
Ex guardia giurata con il porto d’armi, aveva paura che gli ritornasse la malattia grave contro cui aveva combattuto 20 anni fa e di conseguenza Francesco detto “Franco” sarebbe stato abbandonato. Così ieri mattina è uscito di casa, al secondo piano dello stesso palazzo in vico Santo Spirito 34 ai Quartieri Spagnoli, ha preso la pistola ed è andato giù dal congiunto, ex sagrestano della Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Non si sa, e non si saprà mai, se c’è stato un dialogo tra i due. Fatto sta che l’ex vigilante ha esploso due colpi di pistola alla schiena dell’altro e poi si è sparato al volto. Nessuno ha sentito grida, solo un condomino ha raccontato di aver udito due colpi d’arma da fuoco. L’arma del delitto è stata trovata nel piccolo locale adibito ad abitazione di Francesco Poce, più vicina al corpo di Raffaele: circostanza che farebbe pensare al 76enne come autore degli spari.
Ma gli investigatori della polizia di Stato attendono l’esito degli accertamenti della polizia scientifica per attribuire a uno dei fratelli le impronte lasciate sulla pistola a tamburo. Questione di ore, tra le 48 e le 72, poi il caso sarà chiuso. Nel frattempo le salme sono state trasportate all’obitorio del policlinico per l’autopsia.
A dare l’allarme è stata la moglie di Raffaele Poce, che non ha trovato il marito in casa e ha notato che era vuoto il cassetto in cui lui teneva la pistola. Sapeva che il 76enne spesso andava a trovare il fratello, non solo per necessità: gli portava la colazione, il pranzo, a volte gli faceva compagnia. Ma mai era sceso nello scantinato con la pistola addosso.
Così la donna con l’angoscia nel cuore si è precipitata giù. Il vano era aperto e si è trovata di fronte una scena agghiacciante: i due corpi privi di vita sul pavimento, sangue dappertutto. Inorridita, è corsa fuori per chiedere aiuto. Ma non c’era più nulla da fare per entrambi. “Franco” viveva senza gas di città, corrente elettrica e riscaldamento in un disordine indescrivibile, al minimo delle condizioni igieniche, in un ambiente insalubre, senza alcun confort e con gli acciacchi derivanti dall’età. Ma non aveva una patologia precisa.
A prendersene cura era il fratello ex guardia giurata. Che però, raccontano i vicini, in tempi recenti avrebbe scoperto di essere stato aggredito di nuovo da una malattia che aveva combattuto in passato. «Forse è proprio per questo che l'ha fatto, perché temeva di non poterlo più aiutare», è il pensiero di molti in vico Santo Spirito, nella parte bassa dei Quartieri, vicino a piazza Carolina e a piazza Plebiscito. Per un residente in zona, che parlava davanti alle telecamere delle televisioni private, «è stata una tragedia annunciata».
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