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l'INDAGINE
04 Luglio 2025 - 08:48
CAIVANO. Per il malaffare caivanese, sembra non esserci più pace. Ieri, i carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, guidati dal maggiore Andrea Coratza, hanno dato seguito ad un’articolata ordinanza cautelare, che ha portato quattro persone in carcere e tre ai domiciliari.
In cella Raffaele Zambella, 45 anni, attualmente già detenuto nel carcere di Poggioreale; Michele Esposito, 41 anni, già detenuto nella Casa Circondariale di Lecce; Michele Leodato, 55 anni, attualmente detenuto nel carcere di Taranto; quindi Aniello Leodato, 20 anni, già detenuto nel carcere di Catanzaro. Sottoposti agli arresti domiciliari Raffaele Alibrico, Angelo Alibrico e Luca Alibrico.
Le indagini condotte dai carabinieri di Castello di Cisterna hanno scoperto che il gruppo aveva messo in piedi un vero e proprio cartello che si era specializzato nel riciclaggio di denaro di provenienza illecita attraverso puntate e scommesse sportive.
L’ordinanza, che porta la firma del Giudice delle indagini preliminari Tommaso Perrella, ipotizza il reato di riciclaggio ed auto-riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità, di provenienza illecita. In particolare, all’esito delle indagini svolte anche con il contributo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sarebbe emersa un’attività di riciclaggio di denaro di provenienza delittuosa attraverso puntate e scommesse sportive consentite.
Con l’ordinanza è stato anche disposto il sequestro preventivo di beni e denaro riferibili agli indagati per i quali, comunque ed in ogni modo, vale la non colpvevolezza fino al terzo grado di giudizio. La centrale di riciclaggio, secondo gli investigatori dell’Arma, sarebbe stata operativa nella frazione di Pascarola, alla via Sant’Arcangelo.
L’indagine è partita da un presunto tentativo di rapina avvenuto il 7 febbraio 2023, in danno non di un uomo qualsiasi, ma di Francesco Pezzella, alias “Francucc Pane ’e Ran” elemento di spicco del malaffare del circondario. Dopo la denuncia la macchina investigativa dei carabinieri si metteva subito in moto, venendo a conoscenza, con i vecchi e sempre validi sistemi informativi, che nella realtà il presunto tentativo di rapina era null’altro una spedizione punitiva in danno di Pezzella, a seguito di contrasti nati dall’illecita attività di vendita di stupefacenti.
A distanza di 4 giorni dall’accaduto, che non trovava alcuna collaborazione da parte della vittima, i carabinieri decidevano di effettuare una serie di perquisizioni nelle palazzine di Caivano (via Atellana, rione IACP, meglio noto come il Bronx) puntando verso l’alloggio in uso alla famiglia di Alessandro Maugeri (attualmente detenuto in concorso con il cognato Raffaele Zambella), ubicato all’isolato 6 scala A.
Nel corso della perquisizione mirata, dove - oltre alla droga - gli investigatori puntavano a recuperare anche armi, che non venivano trovati, ma veniva recuperata una ricevuta di un versamento su un conto corrente postale, intestato alla moglie di Raffaele Zambella, sul cui conto c’era un vero e proprio tesoretto di oltre 150mila euro, che la donna spiegava era il conto sul quale venivano versate le vincite del “10 e Lotto”.
Da qui l’attività ha preso le energie, portando gli investigatori a mettere a fuoco il sistema con il quale un gruppo di personaggi, probabilmente con la complicità dei gestori della ricevitoria, che avevano dato il loro placet per acquistare e vendere i biglietti vincenti, dando così la possibilità di ripulire i soldi provenienti dalle illecite attività.
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