Cerca

Il caso

La storica Polisportiva Partenope sfrattata senza appello dal Demanio

Stamattina arriva l’ufficiale giudiziario, la decisione dopo una causa durata decenni. Il Centro fucina di decine di campioni

La storica Polisportiva Partenope sfrattata senza appello dal Demanio

NAPOLI. Dopo 75 anni di attività sportiva e sociale al servizio della comunità, la Società Polisportiva Partenope sarà costretta a lasciare la propria sede storica, situata in un’area demaniale che per decenni ha ospitato attività dedicate a bambini, ragazzi e famiglie del territorio.

Oggi l'ufficiale Giudiziario su mandato del Demanio sfratterà la storica Società Sportiva Partenope dalla Palestra ai Cavalli di Bronzo sottostante al Palazzo Reale. La decisione di sfratto a seguito di un conflitto tra il Demanio, proprietario dell’immobile, e la Polisportiva.

La vicenda, che perdura da due lustri riguarda presunte morosità pregresse da parte dell’Associazione sportiva, punto di riferimento concreto della città, che offre a oltre 800 ragazzi, tra cui atleti con disabilità, la possibilità di fare sport.

«Una vicenda a dir poco Kafkiana - commenta Gino Saetta, storica figura della Pallavolo della Partenope – per una serie di motivi. La Partenope ha fatto un’offerta economica che è stata rifiutata senza previa comunicazione, e improvvisamente, ieri ci hanno dato lo sfratto. Sia la Sovrintendenza, sia la Direzione di Palazzo Reale hanno dichiarato di non avere alcun interesse ad avere i locali. E pare che ci sia anche l’ostinazione dell’Avvocatura dello Stato che ha dato parere negativo mettendoci alla porta senza destinazione né immediata, né futura dei locali».

La disputa legale è culminata con una sentenza sfavorevole all’associazione che in primo grado ha perso la causa. «La prima sentenza d’appello di un’ istanza di usucapione dei locali è stata sfavorevole, l’altra sarà a fine novembre – prosegue Saetta. Intanto potremmo aspettare fino ad allora evitando di uscire fuori adesso, visti i tanti adempimenti organizzativi da predisporre. Inoltre ci sono 25 posti di lavoro tra logistica, segreteria e attività sportiva in senso stretto. Al momento nessuna alternativa né per i lavoratori, né per gli adolescenti che praticano sport che in questo modo resteranno tutti a casa rischiando di interrompere le attività per un periodo indefinito, con conseguenze rilevanti sia per lo staff che per le centinaia di utenti coinvolti».

Luciano Schifone storico esponente della destra italiana rileva: «Da Palazzo Reale non ci sono finanziamenti per poterla utilizzare. C’è una proposta per pianificazione del debito a fronte di una perdita totale. Non c’è un progetto di riqualificazione, né somme, né finanziamenti per poter utilizzare quegli spazi».

A chi servono o a cosa serviranno? E ieri è arrivato anche il sostegno di Fratelli d’Italia. «È l'amara conclusione di un lungo procedimento che né il sindaco, né il Prefetto hanno fermato pur in presenza di una proposta concreta per sanare la morosità accumulata dalla Società che, ricordiamolo, non ha scopi di lucro e si regge sulle piccole quote delle centinaia di famiglie dei quartieri del centro della città» hanno affermato in una nota congiunta il consigliere comunale Giorgio Longobardi e il responsabile del dipartimento sport del coordinamento cittadino di Napoli di Fratelli d'Italia Mario Marsili.

«Mentre decantiamo Napoli città della Cultura e dello Sport le autorità non battono ciglio rispetto alla soppressione ieri del Museo Donnaregina ed oggi di una antica e prestigiosa Società Sportiva che tanti campioni e medaglie anche Olimpiche ha dato alla città» hanno aggiunto gli esponenti di Fratelli d’Italia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori