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Il caso

Polisportiva Partenope, protestano bambini e genitori: no allo sfratto

L’associazione che gestisce il centro conta circa 800 iscritti, impegnati in diverse discipline sportive

Polisportiva Partenope, protestano bambini e genitori: no allo sfratto

NAPOLI. Centinaia di genitori e bambini hanno manifestato questa mattina davanti all’ingresso del centro polisportivo Partenope, situato nei pressi del Maschio Angioino, per protestare contro lo sfratto deciso dalle autorità. L’atto, notificato su mandato del Demanio, deriva dalla mancata corresponsione dell’affitto dei locali, che ospitano la struttura dal 1951.

L’associazione che gestisce il centro conta circa 800 iscritti, impegnati in diverse discipline sportive. In un appello diffuso durante la manifestazione, si sottolinea l’importanza di dimostrare che il centro è vivo e attivo: «Dobbiamo mostrare che questa struttura è vitale, che i nostri ragazzi si allenano e che la passione per lo sport non si ferma con uno sfratto».

Il Comune di Napoli ha comunicato una proroga dello sfratto fino a ottobre, nel tentativo di trovare una soluzione definitiva. Nel frattempo, si cercano alternative che possano garantire la continuità delle attività sportive e sociali che da decenni si svolgono nel centro.

Durante la protesta, bambini e bambine si sono presentati con completini della società Partenope o con maglie del club, esibendo la loro opposizione alla chiusura con segni di dissenso visibili.

Lanciata anche una petizione nella quale i genitori dei ragazzi si dicono «profondamente preoccupati» per l'imminente chiusura della struttura, «una notizia - spiegano - che ci ha colto di sorpresa e che, crediamo fermamente, avrà conseguenze estremamente negative su una parte significativa della nostra città».

«Lo sport - si legge - è uno strumento di crescita fondamentale, specialmente per i giovani. Nella nostra Municipalità, purtroppo, non esistono altre Polisportive in grado di offrire una così vasta gamma di discipline sportive», quindi, «la chiusura della Polisportiva Partenope significherebbe lasciare centinaia di ragazzi e ragazze, bambini e bambine, privi di attività che non solo promuovono un sano stile di vita, ma che sono anche cruciali per insegnare l'integrazione, lo spirito di aggregazione e il rispetto delle regole. In un'età così delicata, l'assenza di un impegno sano e strutturato rischia di esporli ai pericoli della strada e all'uso smodato dei social media, distogliendoli da un percorso di crescita positivo che li aiuti a diventare adulti migliori».

Chiedono «l'intervento delle istituzioni affinché i ragazzi possano continuare a fare sport nella loro città» e che «sull'immobile venga posto un vincolo specifico che ne garantisca l'utilizzo esclusivo per attività sportive in futuro».

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