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Secondigliano “scotta” più del Vomero

È la “cooling poverty" per cui anche il fresco è un privilegio. L’idea è creare un Piano verde per zone periferiche

Secondigliano “scotta” più del Vomero

NAPOLI. Napoli si trova al centro di una crescente crisi climatica, testimoniata da un'impressionante serie di 20 eventi meteo estremi tra il 2015 e il 2024, che hanno causato danni e vittime. La temperatura media del capoluogo campano nel 2022 ha toccato i 17,7°C, un incremento che supera la media nazionale e alimenta un fenomeno sempre più preoccupante: l'aumento delle notti tropicali.

Queste notti, in cui la temperatura non scende sotto i 20°C, sono passate da 55 a 72 all'anno tra il 2006 e il 2015, rendendo le estati napoletane progressivamente più insopportabili. L'effetto isola di calore urbana è particolarmente pronunciato, con differenze termiche che possono arrivare a 5,7°C tra le aree verdi e quelle densamente edificate. L'estate del 2024 ha già visto Napoli raggiungere per ben 6 giorni il livello massimo di allerta per ondate di calore, con un triste bilancio di 72 decessi in eccesso tra gli over 65 solo nel mese di agosto.

“COOLING POVERTY": QUANDO IL FRESCO DIVENTA UN LUSSO

Legambiente, con la sua campagna "Che caldo che fa!", sta puntando i riflettori su un fenomeno sempre più preoccupante: la "cooling poverty". Non si tratta solo di disagio, ma di una vera e propria ingiustizia sociale, dove l'accesso a sistemi di raffrescamento e a spazi pubblici adeguati per proteggersi dal caldo torrido diventa un privilegio per pochi. Le fasce più vulnerabili della popolazione, spesso residenti in quartieri meno serviti, si trovano a fronteggiare temperature insostenibili senza le risorse necessarie.

Un'analisi condotta da Legambiente ha messo a confronto il Vomero, quartiere benestante e ricco di aree verdi e servizi, con Secondigliano, periferia ad alta densità abitativa e con maggiori difficoltà economiche. I risultati parlano chiaro: Secondigliano è una vera e propria fornace. La temperatura media dell'aria qui raggiunge i 39,7°C, contro i 36,6°C del Vomero, con picchi al suolo che toccano l'incredibile cifra di 81,2°C. La disparità è evidente anche nella disponibilità di spazi verdi, fontane e coperture artificiali, quasi inesistenti a Secondigliano rispetto al Vomero. Questa differenza sottolinea una chiara disparità nella capacità dei quartieri di fronteggiare le ondate di calore.

STRATEGIE PER CITTà PIù FRESCHE E GIUSTE

Alla luce di questi dati, Legambiente propone una serie di misure urgenti per contrastare la "cooling poverty" e rendere le città più resilienti ai cambiamenti climatici. È fondamentale adottare una governance climatica integrata, con una strategia e un piano di adattamento specifici, affiancati da un Ufficio Clima dedicato.

Parallelamente, un regolamento edilizio sostenibile dovrebbe imporre l'uso di superfici permeabili, il recupero delle acque piovane e l'impiego di materiali e colori adeguati, promuovendo infrastrutture verdi e blu in ogni nuova costruzione o ristrutturazione. L'integrazione del Piano Urbanistico con un Piano del Verde Urbano è cruciale, puntando sulla forestazione urbana e le connessioni ecologiche, con priorità per le periferie più carenti di verde e garantendo una manutenzione sostenibile degli spazi esistenti.

È inoltre necessario promuovere e coordinare interventi con enti e aziende, in particolare quelle di trasporto, per aumentare l'ombreggiatura delle fermate e dei parcheggi pubblici attraverso piante, tende e tettoie fotovoltaiche, e potenziare le fontanelle pubbliche e i sistemi di nebulizzazione nelle piazze più esposte. La creazione di centri di raffrescamento naturali e artificiali in ogni quartiere è un'altra priorità, così come l'adozione di un approccio integrato per le politiche di adattamento climatico, volto a identificare e sostenere le aree urbane più vulnerabili, evitando di ampliare ulteriormente le disuguaglianze sociali.

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