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La cerimonia

Restaurata la targa per Giogiò Cutolo in piazza Municipio

La mamma: «Le famiglie sono il fulcro. A mio figlio ho dato un corno francese, non una pistola. Oggi qui c'è un esempio di società ideale»

Restaurata la targa per Giogiò Cutolo

Non è stata solo una cerimonia. È stata una dichiarazione civile. Una risposta collettiva alla ferita inferta, non solo alla città, ma all’idea stessa di convivenza, di bellezza, di giustizia. A quasi due anni dall’uccisione di Giovanbattista Cutolo, il 24enne  musicista e studente del Conservatorio San Pietro a Majella ucciso da un minorenne in piazza Municipio la notte del 31 agosto 2023, e dopo la vandalizzazione della targa a lui dedicata, Napoli ha scelto di rimettere al centro la sua memoria con un gesto pubblico, simbolico, necessario.

Questa mattina, in Piazza Municipio, il sindaco Gaetano Manfredi e il prefetto Michele di Bari hanno presenziato alla cerimonia di scopertura della targa restaurata in onore di “Giò Giò”, vittima innocente della criminalità, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile.

«Le famiglie sono il fulcro. Io sono la mamma di Giovanbattista Cutolo e a mio figlio ho messo in mano un corno francese. Poi c'è la mamma del killer di mio figlio che a lui ha messo in mano una pistola» ha detto Daniela Di Maggio, madre di Giogiò.

«Senza legalità - ha aggiunto rispondendo alle domande dei giornalisti - non andiamo da nessuna parte. Proprio per questo oggi ho voluto qui tutti i rappresentanti della Napoli bella, della società bella, della società che produce, che fa cose meravigliose. Oggi qui per Giogio e grazie a Giogiò c'è un esempio di società ideale».

«È molto importante che ci sia oggi questa cerimonia nella quale viene ripristinata la targa che probabilmente per un incidente stradale era stata danneggiata. - ha detto il sindaco Manfredi - Quindi oggi, insieme al Prefetto e a tutte le forze dell'ordine, rinnoviamo il ricordo di Giogiò, del suo sacrificio e dell'impegno delle istituzioni affinché la legalità e la sicurezza siano al centro di tutte le azioni che mettiamo in campo».

«Se oggi siamo qui per la seconda volta a scoprire la targa dopo che era stata attentata nella sua purezza credo che ci sia la grande volontà, da parte delle istituzioni ma anche da parte della popolazione, di voltare pagina - ha commentato il prefetto Michele di Bari.

«Certamente - ha proseguito - è un percorso lungo, un percorso accidentato perché ci sono sempre delle persone che purtroppo, nottetempo e con gesti vili, assumono questi comportamenti. Però io credo che il lavoro che si sta facendo sia un lavoro prezioso e che darà la possibilità a tutti di crescere meglio in questa straordinaria città».

«Oggi non siamo qui soltanto per ricordare. Siamo qui per resistere all’oblio – ha detto Carla Ciccarelli, presidente del Conservatorio di San Pietro a Majella –. Giovanbattista era molto più di un giovane musicista: era un cuore in ascolto, un’anima colma di passione, uno studente che aveva fatto della musica il suo orizzonte e la sua promessa al mondo».

«Questa targa è molto più di una lastra di marmo. È un gesto collettivo che dice: non accetteremo mai l’indifferenza. Non ci abitueremo mai al buio – ha proseguito Ciccarelli –. Giò Giò è ancora con noi. Nelle aule, nei fiati che si accordano, in ogni giovane che crede che la musica non sia un privilegio, ma un diritto: alla bellezza, alla libertà, alla speranza».

Sul caso è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: «La targa dedicata a Giogiò Cutolo è stata sostituita, restaurata, questa mattina, dopo l'atto vandalico che l'aveva danneggiata qualche mese fa. Un simbolo di memoria, bellezza e legalità. È un gesto di civiltà, che va oltre la semplice riparazione materiale: è la riaffermazione di un impegno collettivo verso i valori fondamentali della nostra società. Una risposta civile e corale, che ha visto lavorare insieme cittadini e istituzioni: la comunità non dimentica, resiste, ricostruisce». 

Un messaggio che ha risuonato forte in una Piazza Municipio silenziosa e raccolta. A fare da cornice, studenti, docenti, familiari, rappresentanti delle istituzioni, semplici cittadini. Tutti uniti da un sentimento che va oltre la cronaca: la volontà di opporsi alla brutalità con la forza della cultura.

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