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la denuncia
10 Luglio 2025 - 12:12
Napoli è soffocata. Non solo dall’afa di luglio, ma da un groviglio di cantieri, strade chiuse, deviazioni assurde e una mobilità ormai allo sbando. Da via Acton ai Quartieri Spagnoli, dal centro storico fino alla zona occidentale, è tutto un cantiere aperto, una trincea urbana che rallenta, intralcia, esaspera. Lavori su lavori, spesso senza coordinamento, senza preavviso e senza alcuna comunicazione chiara ai cittadini.
Il risultato? Un labirinto di disagi che mette in ginocchio commercianti, ristoratori, tassisti e semplici cittadini. Le proteste non si contano più. Gli esercenti denunciano cali drastici nei clienti. “Con le transenne non arriva più nessuno, ci stiamo dissanguando”, ripetono. I tassisti, presi d’assalto da turisti e residenti, sono esasperati: impiegano ore per brevi tragitti, bloccati in mezzo al nulla, costretti a spiegare a ogni cliente che no, non è colpa loro, ma del traffico impazzito. E mentre Napoli si paralizza, gli amministratori stanno a guardare.
Nessuna conferenza stampa, nessun piano straordinario, nessuna rassicurazione. Il Comune sembra spettatore muto di un film che va in scena ogni giorno tra clacson, insulti e smog. Intanto la polizia municipale, che dovrebbe presidiare e regolare, è sempre più ridotta all’osso: gli agenti sono pochi, l’età media alta. I giovani vincitori di concorso rinunciano o fuggono altrove, dove gli stipendi sono più alti e le condizioni di lavoro meno stressanti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: organici dimezzati, presidi stradali spariti e una città in balia del caos.
Ieri, alle 16, un piccolo incidente sulla Tangenziale ha bloccato la città per ore. Nessun piano B, nessuna reazione tempestiva. Auto in coda da corso Malta a Fuorigritta, bus fermi, ambulanze costrette a sterzare tra motorini sui marciapiedi. Napoli si trasforma, così, in un gigantesco parcheggio a cielo aperto. E le soluzioni? Si parla genericamente di “mobilità sostenibile”, ma manca un piano vero, credibile, praticabile.
Il trasporto pubblico continua a viaggiare a singhiozzo, i cantieri sembrano non seguire un calendario, e la città è affidata al buon senso – e alla pazienza – dei suoi abitanti. Una pazienza che, giorno dopo giorno, è sempre più sottoposta a una prova durissima. Napoli merita di meglio. Merita decisioni coraggiose, regole chiare, programmazione. Perché continuare così significa condannare la città all’ingovernabilità. E questo, davvero, non possiamo permettercelo.
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