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11 Luglio 2025 - 09:38
Cinque assoluzioni e una sfilza di condanne, ben dieci, per i ras del clan De Luca Bossa di Ponticelli. Dopo gli arresti scattati a novembre 2024 al culmine dell’inchiesta con cui la Dda aveva ricostruito un importante traffico di droga e giro di estorsioni sui furti d’auto, ieri pomeriggio si è concluso il processo di primo grado per gli imputati che hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato.
Questo nel dettaglio il verdetto pronunciato dal gup del tribunale di Napoli: Raffaele Aprea, assolto; Nicola Aulisio, difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Domenico Dello Iacono, assolto; Eduardo Casella, 4 anni; Salvatore De Martino, difeso dagli avvocati Giuseppe Perfetto e Giacomo Pace, assolto; Roberto Boccardi, 8 anni in continuazione con altra sentenza; Ciro Uccella, 4 anni e 10 mesi in continuazione; Mario Chiummiello, assolto; Domenico Gianniello, 3 anni e 4 mesi; Vincenzo Di Costanzo, 5 anni in continuazione; Rosario Rolletta, pentito, 2 anni in continuazione; Giuseppe Righetto, 5 anni e 4 mesi; Francesco Petri, assolto; Giuseppe Velotti, 3 anni e 8 mesi.
Gli arresti erano scattati al termine dell’indagine condotta dai carabinieri di Cercola. Il gip su richiesta della procura aveva emesso 12 arresti in carcere e tre ai domiciliari. I reati contestati erano, a vario titolo, estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso, ma anche spaccio di droga e detenzione di armi da fuoco. Gli imputati per costringere le vittime a pagare evocavano infatti l’appartenenza al clan De LucaBossa-Minichini, attivo a Cercola e nel quartiere Ponticelli, in particolare nel Lotto 0, storica roccaforte della cosca.
Tra gli arrestati spiccavano alcuni volti ormai più che noti della mala della zona, come i ras Giuseppe De Luca Bossa, Eduardo Casella, Luca La Penna, Giuseppe Righetto e il rampollo Raffaele Aprea. Arresti eccellenti anche sul fronte opposto, quello del rivale del De Micco-De Martino, con la misura cautelare notificata al giovane ras del rione Fiat Salvatore De Martino, capo del gruppo degli “Xx”. Singolare quanto accaduto tra settembre e ottobre 2020, quando Roberto Boccardi e Pasquale Ronza “Calimero”, presentandosi come esponenti del clan De Luca Bossa, avrebbero avvicinato Ciro Bisogni e dopo averlo convocato a Ponticelli gli avrebbero «intimato di richiedere ai titolari dell’impianto polivalente “G. Piccolo-Caravita” 50mila euro a titolo di tangente e, in caso di rifiuto, di pagare di tasca propria la somma di 10mila euro».
Alla vittima Ronza contestava «di non aver fatto loro sapere nulla dell’estorsione al campo sportivo di Cercola». Ogni azione criminale doveva quindi passare sotto il controllo dei De Luca Bossa ed essere adeguatamente “tassata”. Sotto tiro sarebbero finiti anche gli spacciatori, come Salvatore Capasso, che tra luglio e dicembre 2020 era stato più volte minacciato dal ras Salvatore De Martino e dal suo fedelissimo, oggi pentito, Rosario Rolletta: i due avrebbero preteso una tangente estorsiva quantificata in 100 euro a settimana.
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