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La riflessione

La Federico II è fanalino di coda tra i mega atenei

Il verdetto delle classifiche Censis

La Federico II è fanalino di coda tra i mega atenei

Come accade da vari anni il verdetto delle classifiche Censis degli atenei vede la Federico II, il più antico ateneo statale del mondo, ridotto tristemente all'ultimo posto tra i mega atenei, e certamente non si può sorvolare sull'argomento facendo riferimento ad elementi territoriali se si osserva che l'università di Salerno, l'università Parthenope, l'università del Sannio che insistono sulla stessa regione, ottengono risultati molto meno deprimenti quando non decisamente buoni. Insomma si può fare molto di più e ci si domanda perché non lo si fa visto e considerato che abituarsi ad essere ultimi è una cosa orribile.

Gli indicatori scelti per formare la graduatoria possono anche essere contestati assumendo che non fotografano la qualità complessiva dell'università ma la classifica Censis considera i settori di forte interesse degli studenti ai quali premono strutture, servizi e siti web dal momento che la presenza di qualche pur eccellente scienziato rappresenta per lui un incontro di un attimo (se pur gli capiterà di incontrarlo) che non può compensare anni nei quali è costretto a muoversi come in una corsa ad ostacoli. Pensiamo alla comunicazione e ai servizi digitali dove da anni la Federico II è ultima, quest’anno con un punteggio infimo di 66 mentre la terz’ultima è già a 99.

Visto che il problema non è nato quest'anno e nemmeno l'anno scorso se ne ricava che gli organi di governo, politici ed amministrativi dell'università se ne sono disinteressati tenendo in piedi un sistema digitale nel quale è materialmente impossibile districarsi e quindi non si può scaricare sulla scelta degli indicatori la genesi di una figuraccia dimenticando che gli utenti principali dei siti web sono gli studenti che hanno difficoltà enormi nel reperire le informazioni. Un risultato altrettanto scadente si rileva alla voce strutture e certamente non sorprende chi è abituato a frequentare aule di complessi poco (o niente) manutenuti e pieni di rappezzi (magari si potrebbe risparmiare su viaggi, anche in business class, e festini per fare più manutenzione).

E ancora l'ateneo è ultimo alla voce servizi per i quali viene da chiedersi ma di quale servizi ci sta parlando? Se è questa, e certamente è questa, la vetrina che la Federico II mette a disposizione dei giovani chiamati a scegliere l'università alla quale iscriversi perché sorprendersi del fatto che chi può si iscrive altrove, magari restando in Campania?

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