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Sistema Imperiale, pg all’attacco

Il boss dei Van Gogh, nonostante la collaborazione con la giustizia, rischia 15 anni e 8 mesi di carcere

Sistema Imperiale, pg all’attacco

NAPOLI. Seconda stangata giudiziaria dietro l’angolo per l’ex ras del narcotraffico internazionale Raffaele Imperiale. Dopo i quasi due secoli di reclusione inflitti a luglio dello scorso anno al termine del rito abbreviato, è adesso arrivato alle fasi conclusive anche il processo che si sta celebrando innanzi alla seconda sezione della Corte di appello di Napoli, presidente Francica, e il procuratore generale ha chiesto la conferma di tutte le condanne.

A rischiare grosso sarà soprattutto Imperiale, che in primo grado, nonostante avesse già iniziato a collaborare con la giustizia, aveva rimediato quasi 16 anni di carcere. Nelle prossime settimane il processo riprenderà con le discussioni del collegio difensivo (avvocati Luigi Poziello, Rocco Maria Spina, Maria Grazia Padula e Luigi Senese), mentre la sentenza dovrebbe essere emessa entro dicembre.

La sentenza di primo grado era stata pronunciata dal gup del tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda. Il verdetto per Imperiale, condannato a 15 anni e 8 mesi, e per altri 19 imputati giunse al termine del processo celebrato con il rito abbreviato. La Procura di Napoli (pm De Marco, Giuliano e Caputo) aveva chiesto 15 anni e 10 mesi per Imperiale. Condannato a 14 anni di reclusione anche il suo ex socio in affari Bruno Carbone. Imperiale, noto anche come il boss dei Van Gogh, fu catturato a Dubai dopo una lunga latitanza al termine di indagini condotte dal Gico della guardia di finanza di Napoli e dalla Squadra mobile, e poi estradato in Italia.

Il gup del tribunale Miranda aveva inflitto complessivamente 190 anni di reclusione e il giudice aveva anche disposto la confisca di oltre 1,8 milioni di euro già sequestrati. Oltre a Imperiale (15 anni e 8 mesi) e a Carbone (14 anni) gli altri condannati erano Mario Allegretti (9 anni e 8 mesi); Luca Alvino (13 anni); Luca Cammarota (11 anni e 8 mesi); Gianmarco Cerrone (4 anni e 8 mesi e 2mila euro di multa); Antonio Cerullo (9 anni e 4 mesi); Antonio De Dominicis (4 anni di reclusione, e 18mila euro di multa); Ciro Gallo (11 anni); Corrado Genovese (6 anni e 8 mesi); Giuseppe Gentile (6 anni e 8 mesi e 26mila euro di multa); Marco Liguori (10 anni e 4 mesi); Luca Girolamo (7 anni); Raffaele Mauriello (4 anni e 4 mesi, e multa da 18mila euro); Fortunato Murolo (10 anni e 8 me si); Marco Panetta (12 anni); Antonio Puzella (8 anni e 4 mesi); Mario Simeoli (15 anni e 8 mesi), Daniele Ursini (15 anni e 4 mesi).

Pene severe, ma almeno in alcuni casi al di sotto delle aspettative della procura. Quanto a Imperiale, nel corso della requisitoria il pubblico ministero De Marco aveva definito «uno dei massimi narcotrafficanti mondiali» l’attuale collaboratore di giustizia, «capace di tessere rapporti personali» anche con organizzazioni paramilitari sudamericane», come i colombiani del clan del Golfo. E la stangata alla fine non si è fatta attendere. A distanza di un anno il copione potrebbe adesso ripetersi. Il procuratore generale ha infatti chiesto alla Corte di appello la conferma in blocco della sentenza.

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