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L'inchiesta

Truffe agli anziani, minacce in caso di flop: «Devi morire»

Blitz a Ponticelli, eseguiti tre arresti: la banda è sospettata di aver compiuto 36 colpi

Truffe agli anziani, minacce in caso di flop: «Devi morire»

Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Castello di Cisterna; nella foto uno dei colpi messi a segno dalla banda

NAPOLI. Anziani minacciati e raggirati senza alcuno scrupolo pur di portare a casa il bottino. Sono accusati di avere messo a segno ben 36 truffe ai danni di altrettanti anziani, tra le provincie di Napoli, Benevento ed Avellino, Paolo Del Giudice, 32 anni, Mario Torre, 38 anni, e Antonio Grimaldi, 26 anni, a cui i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna ieri mattina hanno notificato altrettanti arresti in carcere, emessi dal gip al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli.

Con la tecnica del finto familiare o del finto avvocato, dalla loro base, nel quartiere Ponticelli, avrebbero sottratto alle vittime beni e denaro dal valore di circa 100mila euro. Ognuno, è emerso, ricopriva un ruolo: c’era il primo telefonista, il secondo telefonista e infine il soggetto itinerante, che si recava a ritirare denaro e monili dagli anziani.

Il modus operandi è purtroppo tristemente noto: si fa credere alla vittima che un loro parente stretto è stato arrestato e che per liberarlo è necessario pagare una cauzione. Le truffe agli anziani sono ormai diventate una vera piaga: dal primo gennaio a oggi i carabinieri, tra Napoli e provincia, hanno registrato le denunce di 274 casi; 72 sono le persone arrestate e 35 quelle denunciate.

«Devi morire... devi morire»: non nascondeva la sua ira uno dei tre truffatori arrestati ieri mattina dai carabinieri, dopo essere stato scoperto dalla vittima, un’anziana signora a cui aveva detto che il figlio era responsabile di un grave incidente stradale. Alla vittima, residente nell’hinterland, aveva telefonato singhiozzante e con la voce camuffata dicendo «mamma ho fatto un guaio... ho investito una signora, mannaggia», prima di darle il numero di telefono dell’avvocato che avrebbe dovuto chiamare subito.

Il sedicente penalista aveva poi fatto credere alla signora che la vittima, una donna incinta di quattro mesi, aveva avuto ripercussioni sulla gravidanza e che il figlio, non avendole prestato soccorso rischiava l’arresto. Il finto avvocato aggiungeva però, di essere amico del magistrato che si stava occupando del caso: un’amicizia che avrebbe potuto evitare l’arresto grazie a una cauzione risarcitoria di quasi 15mila euro, Iva compresa, denaro che il finto figlio del finto avvocato sarebbe passato a ritirare.

La vittima, però, malgrado il palese stato di agitazione, comincia a nutrire dei dubbi e chiede una ricevuta, istanza che spinge il finto avvocato a minacciare l’interruzione della pratica. Minaccia che va a segno: infatti la donna con il truffatore ancora in linea si reca a prendere i soldi in un’altra stanza. A salvarla è un inconveniente tecnico, la caduta della linea, che le consente di consultarsi nel frattempo con un conoscente il quale la mette in guardia.

E quando il finto avvocato richiama lei gli chiede di darle la data di nascita del figlio, richiesta che scatena la reazione scomposta del truffatore: «Devi morire... devi morire». Da una perquisizione eseguita dai carabinieri in casa di uno degli indagati, è emerso che uno dei truffatori arrestati conservava un articolo di stampa, che lo riguardava, come un vero e proprio attestato di benemerenza.

Per individuare le vittime, i malviventi effettuavano delle ricerche via web sulle Pagine Bianche. Gli arresti in carcere del gip Giovanni Vinciguerra riguardano Paolo Del Giudice, 32 anni (il capo della banda e per l’occasione, primo telefonista e secondo telefonista); Mario Torre, 38 anni (secondo telefonista e coordinatore della fase finale delle truffe), e Antonio Grimaldi, 26 anni, colui che andava dalle vittime sotto mentite spoglie per ritirare denaro e monili. Tra gli indagati figura anche una donna del Casertano, la 65enne Carolina Vampo, che aveva messo a disposizione casa, trasformata poi dalla banda nella loro base logistica.

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