L'autorità giudiziaria spagnola potrebbe autorizzare già nelle prossime ore l'esecuzione di ulteriori esami sulla salma di Michele Noschese, il 35enne di Napoli noto come Dj Godzi, deceduto nella notte tra il 18 e il 19 luglio scorso a Ibiza, dove viveva da anni. La richiesta, avanzata dai legali della famiglia, prevede una tac corpo e una risonanza magnetica encefalica, strumenti utili a chiarire le cause della morte.
Fin dall'inizio, le autorità locali hanno riferito che la morte sarebbe stata causata da un malore, presumibilmente in seguito ad un intervento della polizia spagnola. Tuttavia, alcuni testimoni, ancora da ascoltare dagli investigatori, sostengono che Michele Noschese sia stato oggetto di violenza da parte degli agenti, i quali lo avrebbero immobilizzato, ammanettato e messo a pancia in giù, dopo aver aggredito un vicino di casa anziano.
Il padre di Michele, il noto medico napoletano Giuseppe Noschese, ha confermato all'Adnkronos che non vi sarebbero ostacoli a integrare l'autopsia d'ufficio, già eseguita lunedì mattina, con ulteriori accertamenti come la tac e la risonanza. Secondo quanto riferito, l'autopsia avrebbe indicato una necrosi polmonare come causa della morte, senza riscontrare segni di violenza sul corpo e con test positivi a diversi stupefacenti. Tuttavia, i legali della famiglia sottolineano che gli esami condotti finora non sarebbero esaustivi e che sono necessari approfondimenti.
L'esito degli ulteriori accertamenti medico-legali potrebbe arrivare nelle prossime ore, contribuendo a fare chiarezza sulle circostanze della tragica scomparsa del giovane deejay napoletano.