Cerca

Il caso

Morte dj Godzi, nuova testimone: inseguiva una ragazza sul balcone

Giallo sempre più fitto. Sì a nuovi esami dopo autopsia

Morte dj Godzi, nuova testimone: inseguiva una ragazza sul balcone

Michele Noschese, il noto dj napoletano “Godzi" è morto a Ibiza a 35 anni

NAPOLI. «La salma di Michele sta per essere sottoposta agli esami che abbiamo richiesto». A renderlo noto, da Ibiza, è Giuseppe Noschese, padre di Michele, il 35enne napoletano noto come Dj Godzi, deceduto nella sua abitazione, la notte tra il 18 e il 19 luglio.

«Si tratta - spiega Noschese, che è un medico - di una risonanza magnetica all'encefalo e di una tac total-body». Noschese parla anche di quello che potrebbe essere l'ultimo messaggio che il figlio ha inviato, prima di morire. Un audio trasmesso a un amico pochi minuti prima dell'intervento delle forze dell'ordine: «Sono le 7.49 - dice Michele nel messaggio audio inviato all'ex inquilino con il quale sta litigando - alle 7.50 già sai quello che devi fare. Eliminato brother, fuori un altro, grazie per il supporto, però dovete uscire da casa mia».

«Non voglio alzare la musica perché stanno dormendo i bambini, non mi far fare casino, chiamare la sicurezza». A chiamare la polizia, però, saranno proprio i vicini. «Questo messaggio - dice il padre di Michele - l'ha inviato mio figlio 15 minuti prima dell'arrivo della Guardia Civil, ovviamente è tutto agli atti».

Le controverse versioni

Secondo un primo referto consegnato alla famiglia, sul corpo di Michele non sarebbero state riscontrate lesioni evidenti riconducibili a percosse. La polizia spagnola ha sempre sostenuto l'ipotesi di un malore che avrebbe colto il 35enne dopo il loro intervento.

Tuttavia, questa versione è in forte contrasto con le affermazioni di un amico della vittima, Raffaele Rocco, il quale sostiene che Michele sarebbe stato picchiato dopo essere stato immobilizzato e ammanettato. Il padre di Michele ha denunciato al Tg2 di aver appreso dagli amici del figlio che «gli agenti hanno fatto uscire tutti e sono rimasti soli con Michele, che è stato legato e sembrerebbe che sia stato malmenato in maniera particolarmente energica, al punto che non è stato nemmeno necessario un trasferimento in ospedale ma direttamente all'obitorio».

Il padre ha ipotizzato l'omicidio volontario a carico degli agenti, presentando una denuncia e chiedendo l'identificazione degli intervenuti e l'acquisizione dei filmati dell'arresto. «Mio figlio era in stato di agitazione? Allora serviva un medico, non la polizia», ha dichiarato Noschese.

Le testimonianze e i nuovi elementi. Le indagini sulla morte del dj Godzi, che da circa dieci anni viveva a Ibiza proseguono e si arricchiscono di nuove testimonianze. La Guardia Civil, intervenuta all'alba di sabato 19 luglio nella sua abitazione a Santa Eulalia per una segnalazione di musica alta, ha riferito di condizioni alterate di Noschese, che avrebbe anche minacciato un vicino di casa con un coltello.

Secondo la Guardia Civil, Michele «era sotto effetto di sostanze stupefacenti» e «in preda ad allucinazioni» e avrebbe «minacciato un vicino in avanzata età con un coltello». Gli agenti avrebbero tentato di contenerlo e immobilizzarlo, e in questa fase Noschese avrebbe avuto delle convulsioni, con la morte sopraggiunta per arresto cardiaco nonostante i tentativi di rianimazione.

Una donna di 40 anni, rimasta anonima, ha aggiunto una nuova prospettiva, raccontando di aver visto Michele sul balcone di casa, intorno alle 8 del mattino, inseguire una ragazza che poi avrebbe scavalcato un divisorio per raggiungere un altro balcone.

La stessa testimone ha riferito di una «festa piena di droga» nell'elegante complesso residenziale di Roca Llisa. L'autopsia e le richieste della famiglia. Un primo esame autoptico parla di «necrosi polmonare» e avrebbe rivelato tracce di stupefacenti nel corpo di Michele, escludendo segni di soffocamento, ecchimosi o lesioni riconducibili a percosse.

Tuttavia, l'avvocata Alvaro ha ribadito che l'esame è «incompleto» in quanto «non sono state eseguite una Tac o una risonanza», esami che verranno eseguiti ora al più presto e che fornire maggiori certezze sulla presenza di lesioni.La vicenda ha raggiunto anche le autorità italiane. Il Ministro degli Esteri Tajani ha assicurato che il «console di Barcellona sta seguendo la vicenda» e che il Ministero «sostiene e agevola la famiglia» in questo difficile momento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori