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Le testimonianze

«Ho aperto la finestra del deposito e ho visto i tre corpi a terra»

Commercianti e residenti sotto choc. Il barista: «Erano miei clienti, ci eravamo salutati come sempre, poi la notizia»

«Ho aperto la finestra del deposito e ho visto i tre corpi a terra»

NAPOLI. «Mi sono accorto che era successo qualcosa, ho visto l’impalcatura dietro il mio negozio e ho aperto la finestra del deposito: davanti a me c’erano i corpi dei tre operai. Una scena che non mi aspettavo di vedere». A dirlo Francesco Leone, titolare di un negozio di abbigliamento in via San Giacomo dei Capri. «Ho percepito subito che non c’era nulla da fare. Non li conoscevo, è stata una tragedia» spiega.

Chi invece conosceva i tre operai morti è Giuseppe Florio del bar Giopsy: «Erano miei clienti, tutte le mattine entravamo insieme nel bar e qualche volta mi aspettavamo. Anche questa volta hanno preso il caffè e ci siamo augurati buona giornata. Poi abbiamo avuto la notizia... È una tragedia, è inammissibile che nel 2025 accadano ancora queste cose».

Sergio Valentino, cantante lirico, è sul posto per portare dei fiori: «È un piccolo gesto di pietà per tre vite spezzate. Abito in zona Camaldoli ma tutte le mattine scendo qui. Ho saputo di quanto accaduto mentre ero al lavoro e la prima cosa che mi è venuta in mente è di non lasciarli andare via senza un fiore. È una vera tragedia e dispiace quando poi ci sono da fare scelte come quella del referedum sulla sicurezza nel lavoro la gente se ne vada al mare...».

Sul posto anche il consigliere municipale Rino Nasti: «La sicurezza sul lavoro è una declamazione fine a se stessa. Non ci si può basare solo su una pedana che può rompersi senza avere un piano B. A questo punto bisogna dire basta e fare controlli seri. Penso che la macchina dei controlli e degli infortuni sul lavoro nel settore edile sia fortemente deficitaria rispetto ai cantieri che ci sono in giro».

E ancora: «Si legge sempre, a partire dai parlamentari, ministri, di questo argomento ogni volta, ma la macchina dei controlli è strutturalmente inferiore rispetto alla mole di lavoro esistente. Per quanto si possano impegnare, fare controlli è difficile, siamo al 25 luglio, con pochissimi vigili in servizio, i controlli magari non spettano neanche a loro ma all’Inail. Le strutture di controllo sono deboli, inferiori, o in ferie, gli imprenditori, senza voler giudicare il caso specifico, spesso per risparmiare o per ignoranza non sono attenti alle normative di sicurezza; il sistema culturale è debole rispetto alla materia edile. Sono tragedie che purtroppo avvengono ogni giorno».

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