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Il giallo a Ibiza
26 Luglio 2025 - 09:16
Michele Noschese, il noto dj napoletano “Godzi" è morto a Ibiza a 35 anni
NAPOLI. Le nuove analisi richieste dalla famiglia di Michele Noschese, il 35enne djGodzi, morto a Ibiza lo scorso fine settimana, secondo indiscrezioni sembrerebbero confermare i risultati dell'autopsia iniziale: nessun segno di violenza.
Questi ulteriori accertamenti, che includono una Tac e una risonanza magnetica, sono stati voluti dal padre del dj, Giuseppe Noschese, ex primario del pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, assistito dall'avvocata Rosanna Alvaro.
I risultati definitivi saranno però disponibili tra un paio di giorni, ma la salma è già stata liberata per la cremazione e sarà riportata a casa a Napoli.
Le testimonianze contraddittorie e i dubbi della famiglia
Nonostante i risultati ufficiali, le indagini e le testimonianze presentano un quadro complesso e contraddittorio. Raffaele Ricco, il migliore amico di Michele, è stato interrogato e ha confermato la sua versione dei fatti: «Lo hanno ammanettato, ansimava. L'ho visto esalare l'ultimo respiro».
Questa versione contrasta con quella della Guardia Civil, che parla di un malore dopo il loro intervento. E a rendere il quadro ancora più complesso spuntano alcuni video girati sabato mattina che mostrano Michele che aggredisce l'anziano vicino, Xavier, afferrandolo alle spalle.
La polizia era intervenuta nel complesso residenziale di Roca Llisa, a Santa Eulalia (Ibiza), dopo diverse chiamate al 112 per «gravi alterchi e colluttazioni». Molti testimoni hanno visto una ragazza, inseguita da Michele, fuggire da casa sua scavalcando un balcone e raggiungendo l'appartamento del vicino.
La ragazza, di origini sudamericane, era ospite di Noschese da tre giorni e i motivi della lite non sono chiari. Una vicina di casa di Michele ha raccontato a El Diario de Ibiza di essersi svegliata per rumori e urla, e di aver visto Michele «intrufolarsi nel balcone del suo vicino, un uomo di 82 anni, e scuoterlo».
Ha aggiunto di non sapere se fosse «in preda a un attacco psicotico, se fosse sotto l'effetto di droghe o cosa gli fosse successo», e di aver gridato agli amici di Noschese di fermarlo, ricevendo come risposta: «È pazzo, è impossibile». All'arrivo della Guardia Civil e della sicurezza privata, insieme a un'ambulanza inizialmente chiamata per il vicino aggredito, è stata comunicata la morte di Michele per arresto cardiaco.
Il dolore del padre e la richiesta di chiarezza
Giuseppe Noschese, il padre di Michele, pur dichiarando fiducia nella magistratura spagnola, esprime forti dubbi sulle conclusioni della Guardia Civil riguardo l'uso abituale di droga da parte del figlio. «Come fa a dirlo la Guardia Civil? Voglio vedere le denunce a carico di mio figlio esistenti al riguardo», ha protestato.
Ha inoltre affermato che la denuncia per omicidio «era un atto dovuto» e che, da medico, ritiene che «se Michele aveva le convulsioni, dopo il fermo da parte degli agenti, doveva essere soccorso e non picchiato e ammanettato mani e piedi».
Il padre ha poi confermato che Michele era in compagnia di «un'amica argentina, che è ancora a Ibiza, ma non vuole parlare con nessuno». Tuttavia, non crede che il figlio, «un ragazzo solare e amato da tutti», potesse aver aggredito qualcuno. Era venuto a vivere a Ibiza 12 anni fa, realizzando il suo sogno di acquistare una casa bellissima e aveva in programma una prossima tournée in America Latina».
Il padre ha anche ricostruito le ultime ore di Michele: «Era stato fino alle 3 in compagnia, una compagnia molto dolce. Poi alle 3 ha ricevuto un messaggio di 5 o 6 amici che dicevano: veniamo da te per bere qualcosa e a sentire musica. Alle 7,49 di sabato Michele ha inviato un suo messaggio agli amici, che è agli atti dell'inchiesta, dicendo: basta fare chiasso, che protestano i vicini. E alle 8,15 era morto. Aspetto di capire ancora perché».
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