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Il caso
26 Luglio 2025 - 09:20
NAPOLI. Mentre in Italia cresce il dibattito sul riconoscimento dello Stato di Palestina, la città di Genova si prepara a un voto significativo presentando al governo italiano la richiesta del riconoscimento della Palestina come "Stato sovrano indipendente". Genova non è la prima città italiana a prendere una posizione così netta. Prima di essa, metropoli come Milano, Torino, Napoli, Verona e Firenze hanno già adottato iniziative simili.
A Napoli, in particolare, la mozione per Gaza e il riconoscimento della Palestina, votata il 2 luglio scorso, ha scatenato una reazione inattesa: un attacco hacker sotto forma di "mail bombing" contro i consiglieri comunali. L'attacco hacker al comune di Napoli: un segno di tensione.
A Napoli, dopo l'approvazione della mozione che chiedeva all'amministrazione del sindaco Gaetano Manfredi di «rescindere ogni collaborazione con enti e istituzioni israeliane legate all’attuale governo, privilegiando rapporti con organizzazioni pacifiste» e di sostenere «azioni concrete di assistenza umanitaria e il riconoscimento dello Stato di Palestina», le caselle di posta elettronica di diversi consiglieri comunali sono state bombardate da email di protesta.
Come denunciato dal consigliere Toti Lange, si è trattato di un «vile attacco Hacker» sui propri indirizzi istituzionali, presumibilmente legato alla mozione pro-Palestina. Le email sono scritte in inglese e firmate da presunti «elettori, americani e cittadini del mondo».
Si rivolgono direttamente al sindaco Manfredi e al consiglio comunale, chiedendo di prendere le distanze dalle manifestazioni pro-Palestina, definite «strategie per nascondere le atrocità di Hamas contro palestinesi e israeliani».
Le comunicazioni criticano inoltre l'invasione di spazi pubblici e privati da parte di manifestanti con «disinformazione, ideologia estremista e comportamenti violenti che minano il nostro stile di vita democratico e le nostre comunità pacifiche», accusando queste azioni di voler «radicalizzare e disinformare consigli comunali e campus universitari e creare una massiccia campagna di disinformazione per delegittimare Israele e promuovere l'annientamento dello Stato ebraico».
La Comunità Ebraica di Napoli aveva giudicato estremamente grave la mozione approvata il 2 luglio in Consiglio comunale con la quale, tra l’altro, si impegna il sindaco e l’Amministrazione, si legge in una nota, «a interrompere rapporti con enti e istituzioni legati al governo israeliano e privilegiare rapporti di collaborazione con Ong israeliane pacifiste; sollecitare la Regione Campania, altre Regioni e il Governo italiano a limitare accordi istituzionali con università e imprese israeliane». FdI e Lega non erano presenti, mentre FI, presente alla discussione, era uscita al momento del voto.
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