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Il caso

Attacco hacker ai consiglieri dopo l’ok alla mozione pro Palestina

Mail bombing. La denuncia di Toti Lange: indirizzate al sindaco dopo la risoluzione che chiedeva di rescindere contratti con Israele

Attacco hacker ai consiglieri dopo l’ok alla mozione pro Palestina

NAPOLI. Mentre in Italia cresce il dibattito sul riconoscimento dello Stato di Palestina, la città di Genova si prepara a un voto significativo presentando al governo italiano la richiesta del riconoscimento della Palestina come "Stato sovrano indipendente". Genova non è la prima città italiana a prendere una posizione così netta. Prima di essa, metropoli come Milano, Torino, Napoli, Verona e Firenze hanno già adottato iniziative simili.

A Napoli, in particolare, la mozione per Gaza e il riconoscimento della Palestina, votata il 2 luglio scorso, ha scatenato una reazione inattesa: un attacco hacker sotto forma di "mail bombing" contro i consiglieri comunali. L'attacco hacker al comune di Napoli: un segno di tensione.

A Napoli, dopo l'approvazione della mozione che chiedeva all'amministrazione del sindaco Gaetano Manfredi di «rescindere ogni collaborazione con enti e istituzioni israeliane legate all’attuale governo, privilegiando rapporti con organizzazioni pacifiste» e di sostenere «azioni concrete di assistenza umanitaria e il riconoscimento dello Stato di Palestina», le caselle di posta elettronica di diversi consiglieri comunali sono state bombardate da email di protesta.

Come denunciato dal consigliere Toti Lange, si è trattato di un «vile attacco Hacker» sui propri indirizzi istituzionali, presumibilmente legato alla mozione pro-Palestina. Le email sono scritte in inglese e firmate da presunti «elettori, americani e cittadini del mondo».

Si rivolgono direttamente al sindaco Manfredi e al consiglio comunale, chiedendo di prendere le distanze dalle manifestazioni pro-Palestina, definite «strategie per nascondere le atrocità di Hamas contro palestinesi e israeliani».

Le comunicazioni criticano inoltre l'invasione di spazi pubblici e privati da parte di manifestanti con «disinformazione, ideologia estremista e comportamenti violenti che minano il nostro stile di vita democratico e le nostre comunità pacifiche», accusando queste azioni di voler «radicalizzare e disinformare consigli comunali e campus universitari e creare una massiccia campagna di disinformazione per delegittimare Israele e promuovere l'annientamento dello Stato ebraico».

La Comunità Ebraica di Napoli aveva giudicato estremamente grave la mozione approvata il 2 luglio in Consiglio comunale con la quale, tra l’altro, si impegna il sindaco e l’Amministrazione, si legge in una nota, «a interrompere rapporti con enti e istituzioni legati al governo israeliano e privilegiare rapporti di collaborazione con Ong israeliane pacifiste; sollecitare la Regione Campania, altre Regioni e il Governo italiano a limitare accordi istituzionali con università e imprese israeliane». FdI e Lega non erano presenti, mentre FI, presente alla discussione, era uscita al momento del voto.

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