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I verbali
27 Luglio 2025 - 12:40
Nei riquadri il boss Antonio Angelino, detto “Tibiuccio”, e Raffaele Bervicato, ex ras, oggi collaboratore di giustizia
NAPOLI. Un patto di ferro per tenere sotto scacco l’hinterland napoletano compreso nel triangolo Caivano, Afragola e Casoria. Giovanni Barra, ex capozona da due settimane lanciatosi tra le fila dei collaboratori di giustizia, è un fiume in piena e con le sue dichiarazioni sta contribuendo a fare luce sugli affari di diversi clan, su tutti quello capeggiato dal boss, oggi detenuto, Antonio Angelino “Tibiuccio”: «Gli proposi di farmi prendere tutte le estorsioni in modo da sistemare il paese e vedermi tutto io, in cambio avrei mandato 30.000 euro al mese ad Angelino. Accettò la mia proposta e, come dichiarato da Raffaele Bervicato, in quell’occasione era presente anche Roberto Maugeri».
È appena il 7 agosto scorso quando Giovanni Barra, conosciuto negli ambienti criminali come “’o pazz” e “’o scucciato”, rende agli inquirenti della Dda di Napoli un lungo interrogatorio. Nel colloquio con i pm Barra si sofferma soprattutto sul periodo di latitanza di Antonio Angelino, esponente di spicco della camorra di Caivano: «Nell’incontro del 6 luglio 2023 mi recai insieme a Roberto Maugeri nel luogo dove dovevo incontrare Angelino che era furioso e avrebbe potuto ucciderci ed era armato di kalashnikov e pistola 9x21. Era furioso perché non aveva ricevuto la solita somma di 20.000 euro che da sempre riceveva. Sia la somma di 20mila euro per la droga sia quella delle estorsioni venivano consegnate nel periodo in cui era irreperibile... Angelino non aveva bisogno della lista (delle estorsioni, ndr) perché aveva in mente tutte le vittime che dovevano pagare».
Sul punto il neo pentito ha quindi aggiunto: «Dopo l’arresto di Angelino io presi la lista da Assunta Reccia, in modo da garantire l’esecuzione delle estorsioni ai soggetti indicati. Dopo l’arresto di Angelino c’erano io e Maugeri a garantire il programma. Quando presi la lista da Reccia le dissi “qua ora ci siamo noi” per farle capire che doveva parlare con me in quanto referente di Angelino».
Nel prosieguo dell’interrogatorio Barra ha quindi spiegato quali furono i successi accordi con il boss di Caivano. «In merito alla dichiarazione di Raffaele Bervicato, è vero che io proposti ad Angelino di farmi prendere tutte le estorsioni in modo da sistemare il paese e vedermi tutto io, in cambio avrei mandato 30.000 euro al mese ad Angelino. Quest’ultimo accettò la mia proposta. Preciso che in quell’occasione era presente anche Roberto Maugeri che concordava con quanto da me proposto».
Giovanni Barra ha infine rivelato: «Il mio primo contatto con il gruppo è iniziato a metà dicembre 2022 quando ero ai domiciliari. Fui contattato da Roberto Maugeri per occuparmi della difesa del gruppo. Per questo compito ricevevo, alla pari di Maugeri, la somma di 20.000 euro al mese da cui dovevano essere detratte le spese per pagare la nostra squadra di uomini di cui ci servivamo per le operazioni. Ho svolto questo ruolo fino ad agosto 2023». Poi il “salto di qualità” con la gestione, insieme a Maugeri, del racket.
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