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Gli arresti

Perseguitato da coniugi-estorsori

La vittima avrebbe ceduto la disponibilità del conto corrente e di un immobile

Perseguitato da coniugi-estorsori

NAPOLI. «Vedi come devi fare, ma appara i soldi o ti abboffo di mazzate». Sessanta euro, poi 100, infine la disponibilità del conto corrente e persino di un immobile di proprietà della vittima. Un incubo durato 5 anni per un operatore della Croce Rossa in servizio all’autoparco di San Giovanni a Teduccio, dove l’altra notte sono intervenuti i carabinieri della compagnia Poggioreale arrestando una coppia di estorsori.

A chiamarli era stato il padre, preoccupato per lo stato di prostrazione in cui si trovava il giovane. Il quale ha preso coraggio al cospetto dei militari dell’Arma e ha denunciato tutto. Con la conseguenza che per Vincenzo Siano, 46 anni, e la moglie Giuseppina Mennella di 42, residenti a Portici, sono scattate le manette. Per un’altra donna, entrata in scena nella parte finale del reato, è partita una denuncia a piede libero.

Va chiarito subito che le due persone arrestate, anche se già conosciute dalle forze dell’ordine, non sono legate a organizzazioni malavitose né hanno parenti camorristi. Vincenzo Siano aveva conosciuto l’operatore della Croce Rossa 5 anni fa e da quel momento l’aveva preso di mira, chiedendogli prima gentilmente dei piccoli prestiti e poi sempre più soldi senza mai restituirglieli.

A ciò si sono aggiunte le minacce e le intimidazioni, fino al punto da impossessarsi dell’autovettura della vittima che per paura di ritorsioni non aveva mai reagito. Dunque, sono stati 5 anni da incubo per l’uomo, che deve la salvezza alla decisione del padre di chiedere aiuto ai carabinieri.

Così è scattato (ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) l’arresto in flagranza per estorsione del 46enne e di una donna di 42, entrambi già noti alle forze dell’ordine. La 28enne anche lei con precedenti ma senza condanne a carico, è stata soltanto denunciata: aveva avuto l’incarico, a quanto appare dalle intercettazioni telefoniche in mano agli investigatori, di farsi consegnare i soldi. La vicenda è cominciata nella notte del 25 luglio e si è conclusa con le manette nel pomeriggio successivo.

Una chiamata al 112 ha fatto scattare l’allarme. L’interlocutore, un uomo visibilmente provato, ha chiesto aiuto per il figlio che in quel momento si trovava al proprio posto di lavoro. Raggiunto rapidamente quest’ultimo, i carabinieri hanno ascoltato il suo racconto, condito da minacce e continue richieste estorsive da parte di 2 persone, marito e moglie.

I militari dell’Arma hanno avviato un’articolata attività investigativa e sul posto è stato possibile prima recuperare una somma di denaro ritenuta provento dell’estorsione trovata in possesso della 28enne; poi sorprendere i due arrestati a bordo di un’autovettura sottratta indebitamente alla vittima, come presunta “contropartita” alle richieste di denaro e infine rinvenire - dopo le perquisizioni domiciliari - carte di credito, documenti di proprietà e persino un immobile formalmente intestato alla vittima ma materialmente in possesso degli indagati.

Una dinamica complessa, segnata secondo gli investigatori da un disegno ben preciso portato avanti con metodi intimidatori e sistematici che avevano quasi plagiato la vittima al punto da arrendersi ai soprusi subiti. Vincenzo Siano e Giuseppina Mennella sono stati trasferiti in carcere. Le indagini, coordinate dalla procura ordinaria, proseguono per chiarire ogni eventuale ulteriore coinvolgimento nell’inquietante vicenda.

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