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La polemica

Classifiche pizzaioli, Vesi: per me unico giudice è il pubblico

Il presidente dell’Associazione di categoria AmpGourmet: la gente è diventata, col tempo, più scaltra, più consapevole

Classifiche pizzaioli, Vesi: per me unico giudice è il pubblico

Giuseppe Vesi

«A che servono le classifiche per stabilire il migliore pizzaiolo, che, troppo spesso, scontentano tutta una categoria, spesso di professionisti bravi e poco conosciuti con parametri di valutazione  oscuri o poco chiari?». A chiederselo è il rinomato pizzaiolo Giuseppe Vesi, anche nella sua veste di presidente dell’Associazione di categoria AmpGourmet (Associazione Maestri Pizzaioli Gourmet) ritornando su un tema a lui caro, quello del gradimento del pubblico.

«La tendenza, per chi conferisce premi e stabilisce classifiche, è di non tenere conto dell’unico parametro che dovrebbe, invece, essere l’unico e solo: il migliore manufatto possibile, a cui si arriva utilizzando i migliori prodotti, la ricerca costante e la continua formazione professionale. E questa è una considerazione che fanno molti colleghi con cui mi confronto su questa tematica. Le valutazioni sbagliate finiscono per ricadere sulla scelta dei consumatori. Classifiche e premi finiscono sui giornali e naturalmente anche le persone, finiscono per fidarsi».

«È anche vero, bisogna dirlo, che – prosegue Vesi – la gente è diventata, col tempo, più scaltra, più consapevole. Sanno capire molto meglio di qualche anno fa, cosa stanno scegliendo e mangiando. Il mio ricordo personale va proprio in questa direzione. Le prime volte che usavamo, come topping, il pomodorino giallo, tutti credevano che si trattasse del peperone. Man mano li abbiamo educati e oggi se scelgono il pomodorino giallo sanno cos’è».

«Tornando al tema delle classifiche, non sono contrario alle iniziative di questo genere, come principio generale. Vorrei solo, e come me tanti altri colleghi e amici del mondo pizza, che i parametri di giudizio fossero oggettivi. Oggi mi sembra che questo non succeda, e che, invece, le scelte ricadano su questo o quell’altro professionista per motivi di cui potremmo discutere a lungo. Alla fine dei conti - conclude Vesi - quello che è più importante di tutto è il giudizio del pubblico. Se rompiamo il rapporto di fiducia che si stabilisce quando si siedono ai nostri tavoli, firmando insieme a noi, un ideale contratto di stima, allora dobbiamo cambiare mestiere».

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