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L'inchiesta

Patenti facili alla Motorizzazione, 37 indagati

Raffica di avvisi di garanzia, tangenti gestite da dipendenti infedeli della Mctc e titolari di scuole guida

Patenti facili alla Motorizzazione, 37 indagati

NAPOLI. Patenti facili, notificati 37 avvisi di garanzia. Tra gli indagati 24 dipendenti ed ex dipendenti della Motorizzazione civile di Napoli, i titolari di alcune autoscuole e consorzi, una guardia giurata e quattro “suggeritori”. Per tutti l’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e falso.

Si profila all’orizzonte un terremoto, che potrebbe provocare anche problemi al settore delle patenti, tenuto conto che al momento 25 esaminatori rischiano la sospensione precauzionale dall’ufficio. Non è da escludere che i candidati che hanno superato gli esami con il trucco, rischino ora di dover rifare l’esame di guida.

A coordinare l’inchiesta, avviata nel 2021 è il pm Simone de Roxas della Procura di Napoli. Ad avviarla sono stati gli uomini dell’aliquota investigativa della polizia locale di Napoli. Nel corso delle indagini sono state effettuate decine di video e audio registrazioni, che attesterebbero i ruoli dei vari protagonisti.

Non va escluso che l’inchiesta potrebbe allargarsi a macchia d’olio. L’accusa per i 24 dipendenti della Motorizzazione civile è di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Ventiquattro tra dipendenti ed ex dipendenti indagati: Aniello Trematerra, Fortunato Saletta, Carmine Meo, Raffaele Scicchitano, Adele Magliulo, Salvatore Borriello, Armando Carbone, Giuseppe Comune, Rosario De Siena, Francesco De Sena, Ciro Di Matteo, Luigi Di Nardo, Giuseppe Laudato, Nicola Lubrano Lo Bianco, Francesco Paolo Mistico, Nicola Patricelli, Mariano Panunzio, Francesco Rizzuto, Luigi Romano (deceduto nel corso delle indagini), Edoardo Sellitto, Antonio Serafino Angelo Sibilia, Raffaele Sibilio ed Alfonso Troisi.

Secondo le accuse fotografate in questa fase, avrebbero preso soldi o altre prebende per non vedere quello che succedeva in aula nel corso del test informatizzato. Ma se la corruzione è il reato principale, diversi sarebbero stati i ruoli e di conseguenza i gradi di responsabilità. Il pubblico ministero Simone de Roxas, che ha coordinato il lungo e complesso lavoro degli investigatori della squadra di pg della polizia locale di Napoli, alla fine delle indagini ha ipotizzato l’associazione per delinquere a chi secondo lui avrebbe messo in piedi una collaudata e proficua organizzazione.

Ovviamente prima di andare avanti va fatta la solita premessa, ovvero per tutti gli indagati vale comunque ed in ogni modo la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata ingiudicata. L’associazione per delinquere è stata ipotizzata anche a carico dei titolari e dipendenti dei Consorzi di autoscuole coinvolti: Consorzio Autoscuole Napoletane - Gruppo Can: Massimo La Porta, Carlo La Porta, Rino Panico, Roberta Melluccio, Leonardo Manzo, Ciro Abbagnale, Antonio De Martino, Antonio Nunziata Sabato Raia e Maurizio La Porta.

Quali titolari e dipendenti del Consorzio Autoscuole Driver - Gruppo Cad’s: Luca Leva, Gaetano Uccello e Gennaro Martinelli In pratica, secondo l’accusa, questi preparavano gli allievi che avrebbero dovuto fare l’esame, facendogli indossare del vestiario adeguato e già modificato.

Tariffario omologato per tutti. Il candidato italiano, avrebbe dovuto pagare 2.500 euro mentre gli stranieri 3.500. Tra gli indagati anche la guardia giurata, che avrebbe ricevuto 100 euro per ogni candidato “vestito”. 

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