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Sicari in azione, stesa nel fortino degli Aprea

Notte di paura in via Figurelle, commando fa fuoco tre volte: indagini in corso per individuare l’obiettivo del raid

Sicari in azione, stesa nel fortino degli Aprea

NAPOLI. Notte di piombo a Barra, dove, dopo un periodo di tregua apparente, gli uomini di Malanapoli sono tornati in azione seminando il panico nel quartiere della periferia orientale.

L’allarme è scattato poco dopo le undici di martedì sera, quando due uomini armati fino ai denti hanno fatto fuoco davanti una palazzina di via Figurelle 18. Per fortuna non sono stati registrati feriti e neppure danni a cose.

Le indagini sul raid sono intanto già partite e sono state affidati ai poliziotti del commissariato San Giovanni-Barra, intervenuti sul posto per eseguire i primi rilievi balistici - tre i bossoli trovati sul selciato - e capire se qualche telecamere della zona possa aver inquadrato il momento in cui il commando ha agito.

Stando ad alcune testimonianze, i due pistoleri sarebbero poi scappati con un’auto di piccola cilindrata verso corso 4 Novembre. Inquirenti e investigatori, in attesa di capire chi fosse il destinatario dell’intimidazione, sembrano comunque avere pochi dubbi sulla matrice mafiosa della stesa.

La zona in cui è avvenuta la sparatoria è da tempo immemore considerata sotto lo strettissimo controllo del clan Aprea e non è da escludere che dietro il raid possa esserci proprio la firma della cosca barrese, magari per un contrasto interno. Via Figurelle non è purtroppo una strada nuova a gravi episodi di cronaca.

L’ultimo degno di nota risaliva a novembre scorso, quando è stata registrata l’esplosione di una grossa bomba carta nel cuore della notte. I carabinieri erano intervenuti in via Figurelle, all’altezza del civico 33: la deflagrazione aveva danneggiato pesantemente le vetrine del bar tabacchi “Figurelle” e del panificio “Il forno dei sapori”.

Danni ingenti anche a due auto parcheggiate a pochi metri di distanza dal luogo dello scoppio. Indagini in quel caso condotte dai carabinieri della compagnia di Poggioreale, che ancora adesso non escludono alcuna pista. Quella principale conduce ancora adesso a un’intimidazione finalizzata alla riscossione del racket.

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