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Operai morti, dolore e rabbia per l'addio alla terza vittima

Nella chiesa di Forcella il funerale di Vincenzo Del Grosso

Operai morti, dolore e rabbia per l'addio alla terza vittima

Commozione, dolore e rabbia nella chiesa di San Giorgio Maggiore, a Forcella, dove si sono svolti oggi i funerali di Vincenzo Del Grosso, 54 anni, uno dei tre operai morti nell'incidente sul lavoro a Napoli il 25 luglio scorso. Ieri, a Calvizzano, nella chiesa di San Giacomo, la cerimonia funebre di Ciro Pierro, di 62 anni. A Secondigliano, invece, l'ultimo saluto a Luigi Romano, 67 anni, di Arzano.

Mentre ancora risuonano le dure parole del cardinale di Napoli, don Mimmo Battaglia, che ieri ha tuonato contro "gli appalti senza scrupoli e il lavoro nero" (messaggio che è stato letto in chiesa), il parroco don Antonio Scarpato ha oggi parlato nell'omelia di "una guerra in corso, che non è solo quella che vediamo ai telegiornali ma che è presente anche qui, nei nostri quartieri, con le morti sul lavoro, i femminicidi, i lutti che si potevano evitare". Tutti noi, ha aggiunto, possiamo e dobbiamo fare qualcosa "per fermare questa scia di dolore. Guai a voltarsi dall'altra parte".

SCIACALLI IN AZIONE A CASA DELLA VITTIMA. NAPOLI. Dopo la morte, anche lo sciacallaggio. Nella notte tra sabato e domenica, a poche ore dalla tragedia di San Giacomo dei Capri, ignoti sono entrati nell’abitazione di Vincenzo Del Grosso. Era appena trascorso un giorno da quella caduta che ha spezzato tre vite. La casa di Del Grosso, nel rione Sanità, era ancora avvolta dal lutto quando, all’1.15 di notte, i ladri hanno forzato l’ingresso e messo tutto a soqquadro. Non hanno cercato oro o denaro, ma le attrezzature da lavoro. Quelle stesse che Vincenzo usava ogni giorno per guadagnarsi da vivere. Martelli, trapani, scale, materiale edile. Oggetti comuni, ma per un operaio rappresentano tutto: la dignità, la fatica, il pane quotidiano. Sono spariti nel cuore della notte, mentre la famiglia piangeva la perdita più grande. A scoprire l’accaduto è stata Carmen, la sua compagna da 14 anni. Un furto che ha il sapore amaro dell’accanimento. Dopo la tragedia, l’umiliazione. La notizia ha lasciato sgomenti i familiari ed anche i vicini di casa, che conoscevano Vincenzo come un uomo riservato, onesto, sempre con gli strumenti al seguito, pronto a dare una mano a tutti. Ora quegli stessi strumenti sono stati portati via, come se qualcuno avesse deciso di cancellare anche i segni del suo mestiere. Sull’accaduto indagano le forze dell’ordine. La porta di casa, raccontano i parenti, è stata trovata spalancata, con l’interno completamente a soqquadro. I ladri hanno agito con precisione, mirati. Un colpo studiato. Un colpo infame. In una città ancora ferita da tre morti sul lavoro, arriva così anche l’oltraggio. Il furto a un uomo che non può più difendersi. Un gesto che lascia senza parole. Ma che racconta, ancora una volta, di un’umanità che in certe notti, e in certe strade, sembra essersi persa.

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