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Gelsomina Verde, niente indennizzo per i familiari. Al suo assassino permessi premio

Gelsomina Verde, niente indennizzo per i familiari. Al suo assassino permessi premio

Il Tribunale respinge la richiesta della famiglia della ragazza ammazzata nella faida di Scampia

NAPOLI. Il Tribunale di Napoli ha respinto la richiesta di indennizzo per la famiglia di Gelsomina Verde, la ragazza vittima innocente della criminalità organizzata, il cui corpo fu dato alle fiamme il 21 novembre del 2004, durante la faida di Scampia. La decisione è arrivata dopo un rigetto anche del ministero della Giustizia. Questo perché, come spiega il fratello della vittima, Francesco Verde, un cugino del padre aveva un precedente penale. «Non era una persona che frequentavamo e tra l’altro è morto nel 2009», dice. C’è inoltre un altro motivo ostativo che ha orientato i giudici a rigettare il ricorso presentato dall’avvocato Liana Nesta. Si tratta del risarcimento che il boss Cosimo Di Lauro aveva pagato alla famiglia durante il processo di primo grado. Di Lauro, che poi è stato assolto, aveva versato 300mila euro alla famiglia che si era costituta parte civile. Una prerogativa concessa dallo Stato ma che è in contrasto con la richiesta del vitalizio che spetta alle vittime di mafia. «I soldi di Di Lauro erano puliti perché provenivano da una risarcimento da parte di un’assicurazione per incidente auto che aveva avuto anni prima», ha detto Francesco Verde. C’è poi un’altro particolare inquietante. Il killer di Gelsomina Verde, Ugo De Lucia detto “Ugariello", condannato all’ergastolo in via definitiva, ha ottenuto benefici e ha lasciato più volte il penitenziario dove è recluso da 14 anni, come anticipato nei giorni scorsi dal sito “Stylo24”. Ha fatto un figlio e su Facebook i suoi familiari pubblicano foto che lo ritraggono felice. «Uno schiaffo alla memoria di mia sorella», ha detto Francesco che ha recitato anche una parte nella fiction “Gomorra" che ripercorreva proprio le fasi di quella cruenta faida di camorra scoppiata nel 2004 tra il clan Di Lauro e gli scissionisti. Gelsomina fu attirata in trappola e assassinata perché non voleva cedere ai killer le foto di due suoi amici di infanzia che erano passati con l’altro clan. Una storia drammatica perché Gelsomina da tutti i giudici è stata riconosciuta vittima innocente della criminalità organizzata, ma la famiglia non ha diritto all’indennizzo previsto dalla Stato. 

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