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08 Agosto 2025 - 08:56
NAPOLI. Lo sgomento è totale, la rabbia lascia il posto alla rassegnazione, ma conoscendo gli aficionados del crocifisso , il fuoco cova sotto la cenere. «Qualunque siano le ragioni, ci dice Maurizio commerciante da ciquant'anni con il negozio a dieci metri dal crocifissovedere il giorno prima della Santissima Festa del Redentore rimuovere senza rispetto il crocifisso e metterlo nella plastica è stato come rivivere la passione di Cristo».
Posto alla destra della chiesa di Santa Caterina in Foro Magno, al piano terra di una palazzina inagibile perhè disastrata eppure nota per avere fatto, quando era consacrata, da cornice al matrimonio di Tommaso Aniello, il Masaniello mai dimenticato, il crocifisso era un simbolo. È quanto dice la gente che si accalca per vedere quell’angolo vuoto.
Sul posto il politico Luigi Rispoli calma la folla cercando di spiegare dinamiche troppo complesse per chi si sente scippato nell'anima da un gesto blasfemo. Con l'aumentare del caldo aumenta anche la tensione. In molti dicono al Roma che questa palazzina è stata venduta a due persone, un italiano che ha acquistato la chiesa a piano terra e un pakistano che ha comprato il secondo piano per ricavarne una moschea.
«Chi ha venduto è l’istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Chi ha comprato non ve lo posso dire. Il Crocifisso dava fastidio» dice un ben informato. Allora chiamiamo il sovrintendente Rosalia d'Apice ma una segretaria estiva rimanda a dopo il contatto, non rendendosi conto della gravità dei fatti perchè alla folla. con tracce di genetica masanelliana, hanno detto che la Sovrintendenza lo ha rimosso per ripararlo. Vorrebbero crederci anche se si domandano perchè non custodirlo in attesa di restauro nella Parrocchia di Santa Maria La Scala dove il parroco Mario d'Orlando tuona contro la mancanza di stile dell'stituto, se l'Istituto del Sostentamento Clero effettivamente lo ha rimosso, esibendo contestualmente documentazione che attesta che la Chiesa di Santa Caterina risulta ancora intestata all'Ente Parrocchia.
È dispiaciuto, ma di più nel vedere la gente disorientata che gli riferisce di avere paura della nuova moschea che in un piccolo circondario è la quarta. Personalmente guidato da Angelo, nome di fantasia, incontro Carolina, Maria, Luisa e Clara, tutte ottantenni che continuano a farsi la croce dinanzi ad un muro vuoto. Tutti chiedono spiegazioni, il parroco non sa darne, anzi è il primo a contattare la Curia ma senza risposta. E mentre si attendono spiegazioni, il parroco approva la fiaccolata ma sempre nel rispetto delle regole e dell'altro.
Tutti cercano di sapere chi ha comprato la chiesa, il mistero intriga. Il parroco non lo sa anche perché ritiene essere di proprietà della Parrocchia. Insieme telefoniamo al direttore dell'Istituto Federico Mazzone. Silenzio tombale. Nel frattempo Rispoli informa di una piattaforma che raccoglie i favorevoli ad una petizione per il ritorno del crocifisso. Dimostra il suo interesse anche il presidente della commissione Lavori Pubblici della Seconda Municipalità Giuseppe Brandolini ed il professore Pasquale Gallifuoco delle Acli Beni Culturali che dispiaciuti cercano spiegazioni.
Padre Mario è perentorio: avviserà i carabinieri preposti alla tutela del patrimonio artistico, mentre Ada professoressa in pensione giunta in chiesa in un orecchio mi sussurra che il Curato d'Ars affermava che «tolta una Chiesa da un villaggio dopo poco tempo si adorerà altro», nel mentre Luigi ortofrutticolo è sicuro del ritorno del crocifisso perché un misto di fede animista serpeggia, preannunciando sciagure, e questo nessuno può tollerarlo.
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