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11 Agosto 2025 - 09:13
NAPOLI. Che i clan Mazzarella e De Micco-De Martino avessero stretto un’alleanza era già da qualche tempo molto più che un’ipotesi investigativa. Dagli atti dell’ultima dirompente inchiesta che poche settimane ha decapitato il ponte di comando della cosca capeggiata da Michele Mazzarella emerge però un dato inedito: era la holding criminale con base tra il Mercato, i Decumani, Poggioreale e San Giovanni a Teduccio a fornire la droga che il cartello di Ponticelli avrebbe poi impiegato nelle proprie piazze di spaccio. Un affare a cinque e sei zeri ricostruito grazie alle intercettazioni e ad alcune telecamere nascoste nei fortini dei clan.
È il 7 marzo 2023 quando Gennaro Gatto, tra l’altro arrestato pochi giorni dopo essere inizialmente rimasto indagato a piede libero, si presenta alle Case Nuove, in zona mercato Ricoli, dove si trova la piazza di droga gestita Vincenzo Scando e Salvatore Carnevale. Gli investigatori della polizia di Stato sono in ascolto e registrato, passo dopo passo, la cessione di 200 dosi di stupefacenti. Nel primo pomeriggio, infatti, Carnevale chiama il socio e invita i collaboratori a mettersi in posizione per effettuare la consegna: «I duecento cosi... mettiamoci in posizione!».
Subito dopo, a effettuare la consegna sarebbe stato proprio Carnevale: «Zio i documenti... il nostro amico di Ponticelli... esci in mezzo alla porta», disse rivolgendosi a Scando. Ai poliziotti della Squadra mobile è bastato poi eseguire alcuni accertamenti mirati per scoprire che “l’amico di Ponticelli” era una loro vecchia conoscenza: Gennaro Gatto, figlio di Giuseppina Uccella, compagna convivente di Carlo Esposito, alias “Kallon”, capozona del clan De Micco ammazzato in un agguato di camorra nel rione Fiat il 20 luglio del 2022.
Un raid micidiale nel quale perse la vita anche un’innocente, la cui unica “colpa” era quella di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Il killer, Antonio Pipolo, dopo poco decise di pentirsi e collaborare con la giustizia. Tornando invece al carico di droga acquistato dal clan dei “Bodo”, la consegna sarebbe avvenuta all’interno di un autolavaggio. Scando, in particolare, avrebbe lanciato la “roba” da una finestra, finendo tra le mani di Carnevale che l’avrebbe poi consegnata al pusher di Ponticelli. Secondo gli investigatori e gli inquirenti che hanno lavorato all’inchiesta, quell’operazione non sarebbe stata l’unica.
Nel mercato Ricoli sarebbe stata dunque attiva una vera e propria piazza di droga, «con cessioni di stupefacenti che avvenivano anche in presenza dei bambini». Accuse pesanti come macigni, che il mese scorso erano culminate nell’esecuzione di 25 misure cautelari. La cosca retta da Michele Mazzarella e poi da Luciano Barattolo, suo cugino, con l’appoggio di Giuseppe Del Prete per Forcella, aveva il controllo degli affari illeciti di più quartieri e poteva contare sull’aiuto di gruppi satelliti e, come nel caso dei De Micco-De Martino, alleati. Un fiume di droga ed estorsioni messo a segno in quasi tutta la città.
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