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il caso

Offese figlia Meloni, verso il licenziamento

Forse a fine mese la decisione dell’Usr sul docente Stefano Addeo. Lui: «Mi scuso»

«Cara Ginevra, ti chiedo scusa»

Stefano Addeo

ROMA. Potrebbe arrivare entro la fine di agosto il provvedimento che metterà fine alla carriera scolastica di Stefano Addeo, il professore di Marigliano travolto dalle polemiche per un post su Facebook gravemente offensivo nei confronti della figlia minorenne del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Secondo indiscrezioni raccolte dal “Roma”, l’Ufficio scolastico regionale sarebbe orientato al licenziamento, dopo aver ascoltato il docente il mese scorso nell’ambito della procedura disciplinare avviata subito dopo la segnalazione del caso.Alle spalle di questa vicenda, che ha suscitato indignazione politica e dibattito nel mondo della scuola, c’è una crisi personale profonda.

Nei giorni immediatamente successivi alla bufera mediatica, Addeo ha tentato il suicidio. Vive solo, si prende cura della madre novantaduenne e racconta al “Roma” di non riuscire più a mangiare, di sentirsi logorato dal peso dell’errore e dalla pressione dell’esposizione pubblica. «Ho sbagliato afferma chiedo scusa a tutti, a partire dal presidente e da sua figlia. La sera in cui ho scritto quel post avevo appena visto al telegiornale le immagini dei bambini di Gaza e, d’impulso, ho commesso quell’imperdonabile errore».

Nelle sue parole, la consapevolezza di aver tradito il ruolo di insegnante: «Quel post non rappresenta chi sono. Un insegnante deve essere d’esempio: io non lo sono stato. Questa ferita resterà con me per sempre». Per cercare di dare un senso a quanto accaduto, Addeo si è offerto di tenere lezioni sull’uso consapevole dei social network, rivolte agli studenti, «perché i ragazzi capiscano che un post può cambiare una vita, la propria e quella degli altri».

Il caso ha aperto un fronte di discussione: c’è chi invoca pene severe per comportamenti incompatibili con la funzione docente e chi, pur condannando il contenuto del post, invita a distinguere l’errore dal profilo umano, ricordando il valore della rieducazione. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, il premier Meloni si sarebbe resa disponibile a incontrarlo a settembre, in un gesto di apertura che non cancella la gravità dell’accaduto ma segnala la volontà di un confronto diretto. Un’eventualità che, se confermata, darebbe alla vicenda una svolta dal forte valore simbolico, nel segno del dialogo e della responsabilità.

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