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Le indagini
19 Agosto 2025 - 09:54
L'ispettore di polizia Ciro Luongo e Roberto Marchese
È stato sottoposto a fermo del pm e trasferito nel carcere di Poggioreale il 21enne Roberto Marchese, accusato dell'omicidio dell'ispettore di polizia, Ciro Luongo, 58 anni.
Le indagini sono coordinate dal pm Cesare Sirignano della Procura di Napoli Nord.
L'omicidio, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe avvenuto al culmine di una lite banale. Al momento erano in casa 4 persone: il morto, la compagna, l'assassino e il figlio della coppia.
A scatenare il litigio, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata la fuga del pappagallo di casa e il rimprovero al ragazzo per aver lasciato aperte le finestre. Dopo un alterco durato circa una ventina di minuti, il ragazzo avrebbe afferrato un coltello da cucina e avrebbe accoltellato l'ispettore.
IL CORDOGLIO DEL QUESTORE
«A nome mio personale e di tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato di Napoli e provincia, esprimo profondo cordoglio per la drammatica scomparsa del Vice Ispettore Luongo. In questo momento di grande dolore ci stringiamo ai familiari e ai colleghi del Commissariato di Giugliano - Villaricca». Così il questore di Napoli, Maurizio Agricola, in un messaggio di cordoglio.
IL CORDOGLIO DEL PREFETTO
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, esprime al questore Maurizio Agricola ed, in particolar modo, a tutti i poliziotti in servizio al commissariato di polizia di Giugliano-Villaricca il cordoglio per la tragica scomparsa del viceispettore Ciro Luongo.
Un pensiero il prefetto lo rivolge anche ai familiari del vice ispettore per il grave lutto che li colpiti nella certezza che la vicinanza e la solidarietà dei colleghi di lavoro e di tutte le istituzioni «saranno loro di conforto in questo difficilissimo momento».
Saranno le indagini ad accertare i motivi dell'aggressione mortale al vice ispettore, molto noto nella città a nord di Napoli per il suo impegno professionale, ma «tragedie come queste - dice ancora il prefetto - ci turbano profondamente, scuotono le nostre coscienze e ci interrogano, come istituzioni e come comunità. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta violenza: ci impongono una riflessione seria sul nostro presente e sul dovere collettivo di costruire un tessuto sociale più sicuro, più giusto e più umano».
«Serve uno sforzo comune, corale e continuo - conclude -per riportare al centro il dialogo e il rispetto tra le nuove generazioni».
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