Tutte le novità
Il delitto di Melito
26 Agosto 2025 - 08:00
L'ispettore di polizia Ciro Luongo e Roberto Marchese
NAPOLI. Autopsia eseguita, funerali non ancora fissati. Sono ancora giorni di forte dolore per i familiari dell’ispettore Ciro Luongo, ucciso dal figlio della compagna lo scorso 18 agosto al termine di una lite furibonda originata dalla fuga del pappagallo dall’appartamento. Un delitto che Roberto Marchese, 21enne, ha confessato sia nell’interrogatorio in questura al pm che al gip del tribunale di Napoli.
L’INDAGINE
Intanto emergono altri particolari dell’indagine sull’omicidio dell’ispettore Ciro Luongo. Un’intercettazione ambientale in questura è uno degli assi nella manica della procura nell’inchiesta sull’aggressione mortale al 58enne originario di Secondigliano e residente a Melito, accoltellato dal figlio della compagna al termine di una lite furiosa scaturita dalla fuga di un pappagallo da casa, poi ritrovato e restituito alla famiglia. A parlare con una zia, ignaro della microspia, negli uffici di via Medina era il 12enne nato dalla relazione tra la vittima e la compagna, “fratellastro” quindi del presunto assassino.
L’INTERCETTAZIONE
Il ragazzino alla congiunta ha raccontato l’intera dinamica del terribile fatto di sangue confermando le dichiarazioni rese al pm Cesare Sirignano. Al momento questo e altri indizi, uniti alla confessione dell’indagato, hanno contribuito alla decisione del gip di Napoli Gallo di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Roberto Marchese. Il quale si è detto «pentito e molto dispiaciuto», consapevole della gravità di quanto ha provocato. Si è difeso sostenendo di essere stato trattato male dal patrigno e che tra loro due c’erano sempre tensione. «Lunedì ho perso la testa e ho preso il coltello».
FERMO NON CONVALIDATO MA IL RAGAZZO RESTA IN CARCERE
La dottoressa Gallo non ha convalidato il fermo emesso dal pm, emettendo però contemporaneamente la misura cautelare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. Ma l’udienza di convalida dovrà essere ripetuta al tribunale di Napoli nord per una questione di competenza territoriale e ciò permetterà al difensore del 21enne, l’avvocato Alessandra Paolone, di valutare la strategia migliore per attenuare la posizione del giovane. All’omicidio hanno assistito la compagna del poliziotto e il figlio minorenne della coppia.
IL LEGALE
«Al momento non è opportuno entrare nelle dinamiche familiari oggetto di indagini. Roberto è conscio di cosa è accaduto, è collaborativo, ma è una persona fragile che cerca di resistere», ha sostenuto l'avvocato Paolone al termine dell’udienza di convalida che si è svolta nel carcere di Poggioreale, dove resta detenuto Marchese.
LA VITTIMA
Ciro Luongo, originario del Rione Gescal a Miano, da temPo lavorava a Giugliano dopo vari anni passati a combattere la camorra di Casal di Principe ed era stimato e benvoluto dai colleghi. Il sindacalista Giuseppe Alviti, presidente dell’Associazione nazionale guardie particolari giurate, lo ricorda come un uomo «buono e saggio» nonché religioso. «La sua dipartita è una gravissima perdita per tutta l’umanità. Ci stringiamo alla famiglia Luongo e alla famiglia della polizia di Stato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo