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L'indagine

Poliziotto ucciso: sì ai funerali ma niente cremazione

La procura vuole attendere i risultati dell'autopsia ed eventuali richieste delle parti

Poliziotto ucciso: sì ai funerali ma niente cremazione

L'ispettore di polizia Ciro Luongo e Roberto Marchese

NAPOLI. Sì all’interramento, no alla cremazione come vorrebbe la famiglia del poliziotto ucciso dal “figliastro” il 18 agosto scorso a Melito. La procura vuole attendere l’esito dell’autopsia, che il perito incaricato dell’esecuzione consegnerà entro 90 giorni.

Dai risultati della consulenza dipenderanno eventuali richieste delle parti, cosicché al momento la situazione è bloccata. La decisione spetta ai congiunti e non è certamente una decisione facile. Intanto emergono altri particolari dell’indagine sull’omicidio dell’ispettore Ciro Luongo.

Un’intercettazione ambientale in questura è uno degli assi nella manica della procura nell’inchiesta sull’aggressione mortale al 58enne originario di Secondigliano e residente a Melito, accoltellato dal figlio della compagna al termine di una lite furiosa scaturita dalla fuga di un pappagallo da casa, poi ritrovato e restituito alla famiglia. A parlare con una zia, ignaro della microspia, negli uffici di via Medina era il 12enne nato dalla relazione tra la vittima e la compagna, “fratellastro” quindi del presunto assassino.

Il ragazzino alla congiunta ha raccontato l’intera dinamica del terribile fatto di sangue confermando le dichiarazioni rese al pm Cesare Sirignano. Al momento questo e altri indizi, uniti alla confessione dell’indagato, hanno contribuito alla decisione del gip di Napoli Gallo di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Roberto Marchese. Il quale si è detto «pentito e molto dispiaciuto», consapevole della gravità di quanto ha provocato. Si è difeso sostenendo di essere stato trattato male dal patrigno e che tra loro due c’erano sempre tensione. «Lunedì ho perso la testa e ho preso il coltello».

La dottoressa Gallo non ha convalidato il fermo emesso dal pm, emettendo però contemporaneamente la misura cautelare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. Ma l’udienza di convalida dovrà essere ripetuta al tribunale di Napoli nord per una questione di competenza territoriale e ciò permetterà al difensore del 21enne, l’avvocato Alessandra Paolone, di valutare la strategia migliore per attenuare la posizione del giovane. All’omicidio hanno assistito la compagna del poliziotto e il figlio minorenne della coppia.

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