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27 Agosto 2025 - 08:00
NAPOLI. Non come nella mafia, ma la camorra è sempre più spaccata in due: sia in città che in provincia, con una prevalenza di gruppi vicini all’Alleanza di Secondigliano. Ma gli inquirenti considerano ugualmente potente il clan Mazzarella, nonostante i ras della vecchia guardia siano in prevalenza detenuti, al punto di essere capace di riconquistare il controllo su gran parte del centro storico. Come a Forcella e ai Tribunali attraverso i Buonerba e i Giuliano o nella zona di piazza Borsa con i Trongone. Sull’altro versante i Sibillo, gli Amirante e i Brunetti manterrebbero stabili i rapporti con i Licciardi e i Contini.
NAPOLI EST
La stessa spaccatura si registra a Napoli est e in particolare a Ponticelli e san Giovanni a Teduccio. Nel primo quartiere i De Luca Bossa-Minichini sono storicamente vicini all’Alleanza di Secondigliano mentre i De Micco-De Martino avrebbero ancora legami saldi con i Mazzarella. Questi ultimi potrebbero contare anche sui Luongo di San Giorgio a Cremano, i Montescuro di Brecce a Sant’Erasmo e, per ciò che concerne la provincia, con i De Bernardo di Somma Vesuviana e un gruppo di scissionisti dai Vollaro di Portici. Sull’altro versante i Rinaldi del Rione Villa non si sono mai staccati dalla supercosca di Secondigliano, Arenaccia e Giugliano (Mallardo).
POSILLIPO
Proseguendo per le zone collinari, a Posillipo l’egemone clan Calone ha legami duratori con l’Alleanza, così come i gruppi del Vomero-Arenella, al momento frenati dallam sostanziale scomparsa dei Cimmino. Nel Rione Traiano i Cutolo (“Borotalco”) sono ritenuti vicini ai Licciardi, così come i Mele di Pianura (attualmente definiti nelle mappe di camorra “Esposito-Marsicano-Calone”) in guerra con i Carillo-Perfetto.
L’AREA METROPOLITANA
In provincia, i Moccia di Afragola , nonostante i colpi subiti hanno la leadership negli affari illeciti mascherati da leciti, come dimostra l’inchiesta sui subappalti ferroviari e soprattutto ora con le clamorose scarcerazioni di inizio agosto, sono ritenuti potenti.
DUE GRANDI CARTELLI CRIMINALI
«Lo scenario criminale della città e della provincia napoletana», scrive la procura antimafia, «vede dunque la compresenza dei due grandi cartelli connotati tuttora da stabilità e solidità, che ne orienterebbero e ne regolerebbero le dinamiche delinquenziali garantendo gli equilibri attraverso una strategica regolazione degli spazi di competenza e una sapiente regia atta a dipanare contrasti interni e defezioni dei gruppi minori».
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