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Il caso
28 Agosto 2025 - 08:00
L'ex boss Luigi Giuliano, “'o rre" di Forcella
NAPOLI. La notizia ha cominciato a circolare sul web nella mattinata del 26 agosto, continuando fino a ieri sera. Luigi Giuliano detto “Lovegino”, “o’ rre” di Forcella, boss pentito e collaboratore di giustizia tra i più prolifici in Italia, secondo la fake news trascinata dai social e dai “copia e incolla” che tanto piacciono nel giornalismo moderno, era rientrato a Forcella lasciando la località segreta in cui vive. Così, la voce si è sparsa in città al punto tale che risulta difficile smentirla: si corre il rischio di non essere creduti.
Eppure non se ne può fare a meno, data la notorietà del personaggio che ha fatto la storia della camorra partenopea e per amore della verità. È falso che il 76enne ex capo dello storico clan omonimo, abbia messo piede a Napoli o in Campania in maniera stabile. Magari lo farà nel prossimo futuro, quando uscirà definitivamente dal programma di protezione, ma ad oggi non è successo. Qualcuno ipotizza soltanto che “o’ rre” possa essere venuto in città a trovare i familiari, camuffato e attento a non farsi riconoscere. Ma sono voci non confermato.
Fonti qualificate hanno invece confermato al “ROMA” che Giuliano non è rientrato a Napoli, Roberto Saviano attraverso i suoi contatti è arrivato alla stessa conclusione e lo ha diffuso in un video; nessun testimone oculare lo ha raccontato a qualche investigatore. E ciò che più conta, per le forze dell’ordine si tratta di una bufala. Insomma, nulla. Ma com’è potuto succedere che si sia potuto scrivere di Luigi Giulaino rientrato definitivamente a Forcella?
Qualcuno ha anche aggiunto che era stato scortato dalle forze dell’ordine, accompagnato a un’abitazione nella sua disponibilità in via Vicaria Vecchia e sottoposto a libertà vigilata con divieto di uscire di sera sotto il controllo del commissariato Vicaria. È sempre sgradevole smentire notizie scritte da altri né siamo andati a cercare chi abbia pubblicato per primo la fake. Comunque, si può solo ipotizzare che ci si sia confusi con un Giuliano scarcerato ed effettivamente ora libero vigilato: un suo familiare con pochi anni in meno. Un errore: può capitare.
Luigi Giuliano è stato un pilastro della camorra, componente della maxi alleanza che combatté e sconfisse la Nco di Raffaele Cutolo. Poi negli anni della frammentazione camorristica in città, numero uno del clan omonimo con base a Forcella, di cui facevano parte i fratelli maschi. Ago della bilancia tra i Mazzarella, con cui pure ha combattuto guerre di camorra, e Secondigliano, “Lovegino” decise di pentirsi improvvisamente. Lo annunciò con una mossa a sorpresa il 17 settembre 2002 in videoconferenza durante un’udienza in corso tribunale di Napoli.
Pochi anni prima, il 19 dicembre 1996, era stato ammazzato il suo avvocato Anyo Arcella, in un clamoroso agguato notturno in via Pessina, a poca distanza dal Museo archeologico nazionale. Lungo e impossibile da riportare interamente in un articolo di giornata l’elenco delle rivelazione di Luigi Giuliano, tra cui gli espedienti usati nelle sezioni speciali per eludere il divieto di comunicazione tra detenuti, come i messaggi nascosti nei termosifoni. Ma soprattutto “Lovegino” ha rivelato fatti e misfatti del suo e degli altri clan, indicato mandanti ed esecutori di omicidi, svelato patti inconfessabili, puntato il dito contro pubblici ufficiali corrotti.
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