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L'indagine

Omicidio Ramondino, il 17enne assassino tradito dai social

Condannato in primo grado, postava messaggi da profili anonimi durante la latitanza

Omicidio Ramondino, il 17enne assassino tradito dai social

Gennaro Ramondino

PONTECAGNANO. Lo aiutava un 33enne di Pontecagnano, Antonio Lambiase, arrestato per favoreggiamento. P., il 17enne condannato a 15 anni in primo grado per l’omicidio di Gennaro Ramondino a Pianura, non usciva mai dalla villetta rurale del conoscente che l’aveva accolto da qualche settimana.

Eppure i poliziotti della squadra mobile della Questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso) sono riusciti a risalire al suo nascondiglio e l’altro ieri pomeriggio l’hanno bloccato. Il minorenne, originario del Rione Traiano, era ricercato da giugno scorso, dopo essere evaso dall’istituto penale minorile di Bari durante la finale di Champions League tra Psg e Inter. Da allora sarebbe passato anche per Napoli, stabilendosi poi nel Salernitano grazie ad alcuni appoggi.

Il giorno dopo il blitz, emergono nuovi particolari della cattura del 17enne, che dovrà rispondere anche della di una pistola con matricola cancellata e di una ventina di cartucce, trovate dotto il letto in cui dormiva nel corso della perquisizione nella villetta alla periferia della cittadina. Invece il 33enne padrone di casa, oltre che di favoreggiamento personale, è accusato di possesso di documenti falsi.

Era già noto alle forze dell’ordine, ma non ha collegamenti con la criminalità né risulta che fosse in contatto stretto con il minorenne prima di ospitarlo. Anche se appare evidente che in qualche modo i due si conoscessero. Le indagini della Mobile, svolte con il coordinamento ella procura per i minorenni, sarebbero andate aventi per due mesi su un doppio binario: le classiche investigazioni monitorando parenti e amici del ricercato e la caccia ad eventuali tracce lasciate sui social.

Sarebbe emerso che il 17enne avrebbe utilizzato profili anonimi per farsi vivo con messaggi postati in diverse occasioni. Alla fine, mettendo tutto insieme, gli investigatori l’hanno localizzato a Pontecagnano attuando il blitz mercoledì pomeriggio. P., assistito dall’avvocato Antonella Regine, ha ottenuto una condanna mite in primo grado e rinunciando all’appello grazie alla riforma Cartabia avrà diritto a un ulteriore sconto di pena di un sesto.

I giudici hanno escluso l’aggravante mafiosa e assolto dall’accusa di droga. Mentre per una sparatoria in strada sempre a Pianura il 17enne è stato condannato a 4 anni di reclusione per tentato omicidio, per i quali potrebbe usufruire della continuazione del la pena. Ai giudici aveva detto di aver ucciso Gennaro Ramondino perché spinto da malavitosi più grandi e scafati. Prima della fuga sembrava sulla strada del recupero a una vita onesta.

Invece è scappato e ora la strada per una nuova vita è tornata in salita, pur non essendo detta l’ultima parola. A Bari aveva praticato un foro nel muro della cella in cui era rinchiuso, calandosi all’esterno con le lenzuola annodate. Poi mentre si apriva il cancello d’ingresso dell’Ipm era uscito allontanandosi nell’oscurità. Forse qualcuno lo aspettava fuori in auto, pronto alla fuga.

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