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Il caso

«Gargiulo si era tatuato il nome “Lino” sulla pelle»

Le ultime rivelazioni sull’omicidio dell’innocente Pasquale Romano

«Gargiulo si era tatuato il nome “Lino” sulla pelle»

Nei riquadri Domenico Gargiulo e Pasquale Romano, il giovane di Cardito scambiato per “Sicc penniell” e ucciso per errore a Marianella

NAPOLI. Non solo Domenico Gargiulo si era fatto tatuare sulla pelle una data emblematica, il 15 ottobre 2012, ma anche il nome del giovane ucciso per errore al posto suo: “Lino”. Quel giorno doveva essere l’ultimo per “Sicc penniell”, ma a morire sotto i colpi dei killer fu Pasquale Romano, giovane di Cardito scambiato per il bersaglio mentre usciva da casa della fidanzata a Marianella. Vittima innocente di camorra.

Domenico Gargiulo, napoletano di Secondigliano affiliato alla “Vanella Grassi, era sfuggito alla morte altre due volte. Così, gli era stato affibbiato il soprannome “immortale”, come il personaggio Ciro Di Marzio in “Gomorra”. Ma “Sicc penniello” era inviso a più di un clan e da un accordo tra gli Abbinante del Monte Rosa e i Licciardi della Masseria Cardone scaturì l’ordine di morte eseguito il 10 settembre 2019.

Il cadavere di Domenico Gargiulo, 28 anni, fu scoperto nel bagagliaio di una Ford all’interno di un parcheggio condominiale di via Zuccarini, a Scampia. Era avvolto in una coperta e con il capo sanguinante coperto da un asciugamano. Un colpo alla testa gli era costato la vita all’istante.

Nella ricostruzione della procura antimafia (ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) c’erano ben tre moventi per l’omicidio: “Sicc penniell”, il primo suo alias, transitato in ben tre clan nel corso della breve vita, era inviso a tutti e nulla poterono i Sautto-Ciccarelli, ultimo gruppo cui si era avvicinato, per impedirne la fine, il 6 settembre 2019.

Ma a quasi sei anni di distanza i presunti mandanti ed esecutori sono stati smascherati: Antonio Bruno, referente dei Licciardi nel Rione Don Guanella, e Antonio Gennaro Sautto, ras del gruppo omonimo con base a Caivano e origini a Secondigliano; Vincenzo Pernice e Vincenzo Caiazzo esecutori materiali.

Contro di loro c’è un mix tra indagini tecniche a cominciare dalle immagini di una telecamera posizionata sul luogo della scomparsa e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, in particolare Vincenzo Iuorio. Per la Dda, sulla base delle indagini compiute dalla Squadra mobile della questura e del commissariato Scampia Domenico Gargiulo era diventato una specie di croce per il clan Abbinante, in ottimi rapporti con i Licciardi, e gli stessi Sautto, pressati affinché si liberassero dello scomodo affiliato da poco accolto.

Così, secondo gli inquirenti, erano tre le ragioni che provocarono l’omicidio. Si vociferava, come ha raccontato il pentito Salvatore Roselli, che “Sicc penniell” avesse spifferato a un investigatore il tragitto di un grosso carico di droga; aveva cambiato più casacche in poco tempo, diventando inaffidabile; indirettamente gli Abbinante lo accusavano di aver provocato l’arresto e la condanna all’ergastolo di Salvatore Baldassarre, che aveva ucciso al suo posto l’innocente Pasquale Romano per un errore di persona. Con l’aggravante che il presunto killer è il nipote di del capoclan Antonio Abbinante del Rione Monte Rosa.

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