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La polemica
05 Settembre 2025 - 08:27
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
NAPOLI. Dopo la sfuriata televisiva di Vincenzo De Luca, al governatore arrivano le repliche di due dei suoi più strenui oppositori: Marco Sarracino e Sandro Ruotolo. Il tutto nel corso della riunione della corrente dem “Democratici per l’alternativa” con la presenza di Gianni Cuperlo. Tra le persone in platea iscritti e non come il segretario della Cgil Campania Nicola Ricci.
Alla domanda circa la possibile candidatura a consigliere dell’attuale governatore in una delle sue liste civiche, Sarracino, parlamentare e responsabile Mezzogiorno della segreteria del Pd, è quanto mai chiaro: «Non so se lo farà, bisognerebbe chiederlo a lui. Escludo però che un iscritto del Partito democratico possa candidarsi fuori dalle nostre liste. La regola di candidarsi nel partito vale per tutti gli iscritti, a prescindere dal cognome, con una richiesta».
E all’affermazione dello “sceriffo” secondo il quale il figlio Piero farebbe «una cortesia al Pd» candidandosi a segretario in Campania, Sarracino replica che «avendo fatto il segretario provinciale del Pd a Napoli posso dire che è un atto d’amore sicuramente nei confronti del partito ma è anche un segnale. Si deve essere onorati di ricoprire questo incarico e immagino che Piero lo sarà. Altri hanno un capo che decide e dei soldati che eseguono. Noi invece abbiamo una segretaria eletta con le primarie e quindi non solo con gli iscritti del Pd. Sulla candidatura di Piero De Luca c’è stata sicuramente una discussione anche animata. Ma ciò significa che la nostra base è viva e contribuisce alle discussioni per la selezione dei gruppi dirigenti all’interno del Partito democratico, credo che sia un valore aggiunto che altri partiti non hanno».
L’obiettivo, in ogni caso, resta «da confermare il campo largo che in Campania è nata alle elezioni amministrative che hanno visto l’elezione di Gaetano Manfredi a sindaco di Napoli. Una cosa che ha rappresentato una bella pagina per la città. L’obiettivo ora è confermare questo campo come abbiamo fatto in tutte le regioni al voto in questa tornata elettorale. Sono convinto che dal Mezzogiorno possa arrivare un segnale molto forte al governo Meloni in queste regionali e poi in vista poi delle prossime elezioni politiche. Fico segnerà la stagione del rinnovamento».
Sulla indispensabilità del campo largo batte anche l’europarlamentare Sandro Ruotolo: «Dobbiamo costruire un programma per vincere le elezioni in Campania e aiutare il campo largo. Quello che mi interessa è che chi sta fuori dai partiti ci aiuti, e mi riferisco alla sinistra diffusa».
E sulla «cortesia» che secondo Vincenzo De Luca il figlio farebbe al partito, l’eurodeputato è netto: «È il punto di vista di un padre nei confronti di un figlio. Massimo rispetto per le loro idee ma ora noi abbiamo questa candidatura di Piero De Luca che ci consente di avere per la prima volta dopo tanti anni in Campania la fine dell’epoca di un sistema di potere e l’apertura a un partito plurale. Il sistema di potere è finito e anche la candidatura di Piero, a cui andranno i nostri auguri, sta dentro dei meccanismi complessi del partito. C’è stato il sultano ma non ci sarà il sultanino ma segretario regionale. Nel Pd ci sono delle regole e delle strutture». Infine, Ruotolo taglia corto sull’ipotesi di una discesa in campo diretta dell’attuale governatore come consigliere: «Va chiesto a lui ma personalmente non credo che lo farà».
Presente all’iniziativa anche il segretario regionale di Sinistra Italia, Tonino Scala: «Io non ho capito ancora cosa sia campo largo, finora abbiamo letto i giornali e non parlato di programmi. Non comprendiamo se si debba mettere in campo un’azione di discontinuità o di continuità. Auspico che il teatrino nazionale finisca e si possa tornare a fare politica anche in Campania e affrontare temi come la sanità, l’urbanistica, i trasporti e i beni comuni sui quali occorre una svolta».
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