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La protesta
05 Settembre 2025 - 08:39
NAPOLI. Le partenze dai porti siciliani sono state rinviate a domenica 7 settembre, non per questo gli attivisti italiani della Global Sumud Flottilla e di altre sigle si sono persi d’animo, hanno invece mantenuto gli appuntamenti nelle città per la giornata di ieri riempiendo le strade di bandiere della Palestina e di parole di solidarietà con un corteo che ha attraversato via Toledo fino a piazza Municipio.
È ormai sulla bocca di tutti la più grande missione umanitaria civile dell’epoca contemporanea, sono decine le imbarcazioni in viaggio verso le coste di Gaza per portare aiuti umanitari, cibo, medicinali, giocattoli alla popolazione gazawi ormai stremata da due anni di genocidio e sopraffazioni militari.
Quelle stesse sopraffazioni che durante la manifestazione di ieri sono state fortemente denunciate: «Dopo la bellissima iniziativa dello scorso 31 agosto siamo nuovamente in piazza, per puntare gli occhi su Gaza prima, sulla Flottilla poi. Quella per mare è un’iniziativa importantissima, una goccia nell’oceano appunto, ma gli occhi vanno lasciati ben aperti su Gaza e sulla sua popolazione che resiste», sostengono gli attivisti in piazza.
Non mancano gli appelli alle istituzioni. Le persone radunatesi alla metropolitana di Toledo si aspettano azioni più chiare e nette dall’amministrazione Manfredi, che dopo il consiglio comunale di pochi mesi fa in cui la città di Napoli chiudeva sostanzialmente le porte in faccia allo stato d’Israele, fatica ancora a prendere parola in maniera determinata per denunciare – come altri amministratori locali hanno fatto più alacremente – gli orrori che si stanno consumando sulla pelle dei civili della Striscia e della Cisgiordania.
Sul banco degli imputati finisce anche Vincenzo De Luca: «Si dice dalla parte della Palestina, denuncia apertamente il governo Netanhyau, tuttavia i rapporti della Campania con lo stato d’Israele sono ancora intatti, il governatore deve decidere da che parte stare e se non sarà nostro alleato ce ne faremo una ragione», chiarisce una manifestante.
Le imbarcazioni della Flottilla sono partite il 31 agosto da porti spagnoli, italiani e tunisini, per poi inanellare ulteriori partenze dalla Sicilia entro questa domenica, giornata in cui sono previste nuove mobilitazioni. Ciò che emerge dalle parole degli organizzatori è che, per impedire che chi è in mare finisca vittima della linea dura dello stato d’Israele – specie dopo le dichiarazioni roboanti del ministro Ben Gvir, che paragonava gli attivisti umanitari ai “terroristi” – si debbano mettere in campo mobilitazioni su mobilitazioni, incontri e momenti di attivazione sempre più partecipati per «puntare gli occhi sul genocidio in corso a Gaza, sulla fame utilizzata come arma di distruzione di massa, sulla cancellazione di scuole, università, ospedali, presidi sanitari».
Sono più di 60.000 le vittime accertate a Gaza dall’ottobre del 2023 ed ormai moltissimi governi e apparati istituzionali faticano a rivendicare ancora l’operato d’Israele e dell’ultra-destra che tiene in piedi quel che resta del governo Netanhyau. Presenti in piazza a Napoli gli attivisti del Global Movement to Gaza campano, insieme ad attivisti di Mare Libero, del Centro Culturale Handala Ali, della Comunità Palestinese della Campania, insieme a componenti di Insurgencia ed ex Opg, oltre agli abitanti dell’ex Asilo Filangieri e moltissimi cittadini solidali con la causa di un popolo che globalmente sta spingendo all’attivazione moltissime persone ed organizzazioni che insieme appellano la Flottilla come “La flotta dell’umanità”.
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