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L'operazione

Venti di faida nelle Case Nuove, trovate sei pistole pronte all’uso

L’arsenale era in una cassetta postale protetta da un dispositivo hi-tech

Venti di faida nelle Case Nuove, trovate sei pistole pronte all’uso

_ Il blitz è stato messo a segno dai Falchi della Squadra mobile; nei riquadri il ras emergente Emmanuele Marigliano e il boss dei Contini Nicola Rullo

NAPOLI. I clan del centro storico sotto assedio dello Stato. A neppure ventiquattro ore di distanza dalle perquisizioni che al Pallonetto di Santa Lucia hanno portato al sequestro di un fucile, la polizia è entrata nuovamente in azione.

A finire sotto la lente di ingrandimento sono stati questa volta i vicoli stretti tra piazza Mercato e corso Arnaldo Lucci, la cosiddetta zona delle Case Nuove. Anche questa volta le cattive sorprese non si sono fatte attendere: gli agenti hanno infatti scoperto e sequestrato sei pistole funzionanti e pronte all’uso.

Le armi - ipotizzano gli inquirenti - sarebbero state nella disponibilità di alcuni reduci del clan Marigliano, il gruppo criminale fino a qualche tempo fa controllato dai Contini, con i quali sarebbero però poi entrati in rotta di collisione. A entrare in azione sono stati i Falchi della Squadra mobile, con il supporto del personale del Reparto Prevenzione Crimine Campania, che durante le attività hanno effettuato numerosi controlli a persone e a veicoli.

Nel corso dell’attività, nella zona delle Case Nuove, gli operatori hanno rinvenuto e sequestrato cinque pistole semiautomatiche e una a tamburo, di cui una con matricola abrasa e quattro risultate provento di furto. Le armi in questione erano occultate all’interno di una cassetta postale dotata di un congegno elettronico a batterie, celata dietro ad un vano portalettere.

Infine, è stato trovato anche del munizionamento di vario calibro, parte del quale era contenuto nei caricatori, rendendo dunque le pistole pronte all’uso. Le armi sono state inviate ai tecnici della Scientifica che adesso proveranno ad accertarne l’eventuale uso in recenti fatti di sangue o raid di natura intimidatoria.

La paranza dei Marigliano era stata decapitata a suon di arresti - ben nove - eseguiti a inizio anno. «E allora questi se ne fottono di noi?». Un’intercettazione ambientale tra esponenti del clan Mazzarella, in cui si faceva riferimento alla “mancanza di rispetto” insita nel ferimento di Raffaele Frenna dei Quartieri Spagnoli del 5 novembre 2023 in piazza Mercato, sarebbe la chiave che ha permesso a investigatori e inquirenti di risalire al presunto autore dell’agguato: il giovane ras Emmanuele Marigliano, capo di un gruppo delle Case Nuove resosi sostanzialmente autonomo dai Contini ed entrato in contrasto con gli uomini del ras all’epoca ancora latitante Nicola Rullo.

“’O nano” e i suoi sodali sono però finiti ben presto in carcere. Lui doveva rispondere anche dell’aggressione ai turisti argentini al ristorante “Cala la pasta” mentre gli altri, a seconda delle varie posizioni, soltanto di detenzione di armi da fuoco e partecipazione a due stese in vico Lungo San Matteo. Il tentato omicidio fu la conseguenza di una rissa in una discoteca di Posillipo. Divisi da una struttura d’acciaio, i componenti dei due gruppi si lanciarono bottiglie di vetro e una di queste colpì, ferendolo alla fronte, Enzo Di Caprio, amico di Marigliano. Nella tarda serata dello stesso giorno Frenna fu il bersaglio di una vendetta trasversale.

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