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la svolta

Terme di Agnano, evitato il fallimento

Il Tribunale omologa il concordato preventivo per la società controllata dal Comune

Terme di Agnano, evitato il fallimento

NAPOLI. Terme di Agnano salve. Come si legge dal provvedimento, la decisione deriva dalla relazione favorevole del commissario giudiziale Pasquale Miano e della maggioranza dei voti espressi dai creditori della società e della mancanza di opposizioni formalizzate. Le Terme di Agnano evitano il fallimento: La settima sezione civile del tribunale, presidente Gianpiero Scoppa, ha omologato il concordato preventivo della società interamente controllata dal Comune di Napoli, ora in liquidazione e gravata da circa 25 milioni di euro di debiti.

La decisione, depositata giovedì, consente di scongiurare il crac e apre nuovi scenari per il polo termale-archeologico conosciuto in tutto il mondo. Autore e promotore della proposta di concordato è stato l'avvocato Enrico Merola Tammaro, che di concerto con il liquidatore della società Pietro Paolo Mauro e con l'amministrazione comunale ha portato avanti un progetto di risanamento aziendale in continuità, tramite il quale è stato previsto l'integrale pagamento dei debiti nei tanti anni accumulatisi nei confronti dei numerosi creditori sociali. Questo è stato possibile grazie al piano strutturato con l'advisor finanziario Fabio Taglialatela Scafati (coadiuvato dal fratello Marco) e attestato da Davide Grasselli, che lo ha ritenuto economicamente sostenibile e non lesivo delle ragioni dei creditori.

Nel corso delle numerose udienze che si sono susseguite innanzi al Tribunale per oltre un anno, la società Terme di Agnano ha evidenziato la volontà del Comune di Napoli di voler soddisfare integralmente le ragioni creditorie (non dimenticando le tante difficoltà dei lavoratori senza stipendio per mesi), valorizzare il sito patrimonio unico e storicamente inestimabile della Citta di Napoli e fonte termale che conserva preziosissimi resti e manufatti di epoca romana – e impedire disuguaglianze di trattamento tra i creditori sociali, tali che lo stesso socio, nella sua funzione istituzionale, non avrebbe potuto tollerare. Si chiude così la procedura iniziata a maggio 2024.

In questi mesi di udienze, il Comune ha sostenuto la volontà di soddisfare i creditori impedendo disuguaglianze e di tenere in considerazione le esigenze dei lavoratori, rimasti senza stipendio per mesi, senza trascurare l’obiettivo di rilanciare un’area di assoluto valore nel panorama cittadino, non solo per le fonti termali, ma anche per i resti di epoca romana che sono conservati nel sito.

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