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L'anniversario
15 Settembre 2025 - 14:40
Il 23 settembre di quarant'anni fa, a Napoli, veniva ammazzato dalla camorra, a soli 26 anni, il giornalista Giancarlo Siani, ucciso per un articolo, pubblicato su Il Mattino, nel quale ricostruiva gli scenari legati all'arresto del boss di Torre Annunziata Valentino Gionta.
A Napoli, come in tantissime altre città d'Italia, il cronista verrà ricordato con decine di iniziative, presentate questa mattina nella sede dell'Ordine dei Giornalisti della Campania.
«Abbiamo eventi in tutto il Paese, fino a Bruxelles - ha raccontato Paolo Siani, fratello di Giancarlo -. Questo Paese può migliorare nel ricordo di Giancarlo e delle vittime innocenti delle mafie».
Si parte mercoledì 17 settembre, alle 18:30, nella villa Bruno di San Giorgio a Cremano, con "Le Parole di Giancarlo", reading che mette al centro gli articoli di Siani, e l'anteprima del brano dei 666 "Troppo in fondo", con Maurizio Capone che “trasformerà" la celebre Mehari verde di Giancarlo in uno strumento musicale.
Altra data da segnare sul calendario è quella del 19 settembre: il giornalista avrebbe compiuto 66 anni. A Napoli, in via Romaniello, partiranno i lavori di restaurazione del murale dedicato a Giancarlo: «Avere notizia che l'opera si stava deteriorando - ha spiegato Gianmario Siani, presidente della fondazione Siani -, che il sorriso di Giancarlo si stava cancellando, era insopportabile. Ci abbiamo lavorato, facendo sì che questo murale possa essere più duraturo. Gli artisti di Orticanoodles saranno a Napoli per ridisegnare il volto di Giancarlo, che dopo quarant'anni tornerà a sorridere nel luogo in cui è stato ammazzato».
L'opera verrà presentata il 22 settembre. Venerdì 19, un asilo nido verrà intitolato a Giancarlo e sono in programma anche gli eventi "Buon compleanno Giancà", nella sede de Il Mattino, al Centro direzionale di Napoli, e la mostra "16 artisti per Giancarlo", a Casa Mehari, a Quarto.
Il 23 settembre, data dell'omicidio, risalente al 1985, una corona di fiori sarà deposta alle Rampe Siani, mentre su Rai3, in prima serata, verrà trasmesso "Quaranta anni senza Giancarlo Siani", documentario, con Toni Servillo, per la regia di Filippo Soldi, che sarà anche proiettato, in contemporanea, alle 21:15, nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore.
Due puntate della serie Un Posto al Sole (22 e 23 settembre) saranno dedicate al cronista, insieme a tante iniziative organizzate dall'Ordine dei giornalisti, che promuove, tra gli altri, un evento (23 settembre, alle 11, nel teatro Mercadante) dal titolo #IosonoGiancarlo.
«Non tutti i giovani giornalisti conoscono Giancarlo - ha detto il presidente dell'Ordine della Campania Ottavio Lucarelli -. La famiglia Siani ci ha regalato un quadro che lo ritrae: abbiamo deciso di affiggerlo nella nostra sede, perché tutti i giovani giornalisti possano vederlo quando vengono a ritirare il tesserino. Il messaggio di Giancarlo è quanto mai attuale, non solo per il mondo dell'informazione, ma per tutta la società civile».
Un altro importante convegno - "Verità e memoria. I giornalisti uccisi per raccontare il mondo" - si terrà sempre il 23 settembre, alle 15, a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, con la presidente Roberta Metsola, ma tante iniziative, in particolare incontri nelle scuole, sono in programma fino al mese di ottobre.
Tra queste, "In viaggio con Giancarlo", un percorso grazie al quale Libera e lavialibera, in collaborazione con fondazione Siani, porteranno la macchina da scrivere del cronista, una Olivetti M80, con la quale ha firmato oltre 650 tra articoli e inchieste, in tutta Italia. Sette le tappe, con 11 appuntamenti, dalla Campania al Piemonte, passando per Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia.
Ancora, il 5 ottobre, nel Palazzo Reale di Napoli, verrà presentato il libro, edito da Marotta&Cafiero, in collaborazione con FGS, "Con la schiena dritta".
«Abbiamo sempre più bisogno di un giornalismo di inchiesta, un giornalismo vero, che racconti e spieghi i fatti e non si accontenti delle veline. In questi 40 anni - ha ricordato Paolo Siani - ho visto sempre più giornalisti capaci di non “girarsi", di guardare in faccia la realtà. Ho visto sempre di più ragazzi fare questo mestiere per Giancarlo e con Giancarlo. Vuol dire che lui ha lasciato un segno, che Giancarlo è un seme che germoglierà».
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