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Il processo
16 Settembre 2025 - 14:23
La Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore ha accolto con grande soddisfazione la decisione del Governo di costituirsi parte civile nel processo per l'omicidio del Sindaco Pescatore. Una scelta, sottolineano dalla fondazione, «maturata dopo l'appello lanciato il 5 settembre 2025, nel giorno del quindicesimo anniversario della morte di Angelo, da parte della Fondazione guidata da Dario Vassallo».
Alla prima udienza preliminare, alla Cittadella Giudiziaria di Salerno, «la presenza dello Stato è stata forte e significativa: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'ANCI, l'ASMEL, Avviso Pubblico, Libera, Legambiente, la Fondazione Vassallo e numerose altre realtà. In totale, sono 23 le domande di costituzione di parte civile tra enti, associazioni e personalità, un abbraccio corale di legalità attorno alla memoria di Angelo Vassallo».
«Non cerchiamo vendetta, cerchiamo la verità - ha spiegato Dario Vassallo -. Dopo quindici anni e undici giorni siamo riusciti a portare sul banco degli imputati cinque persone collegate all'omicidio di Angelo. Sarà il processo a stabilire le responsabilità, ma oggi è una giornata importante non solo per la Fondazione, ma per l'Italia intera. Penso che Angelo sarebbe contento: la sua battaglia per la legalità è diventata quella di un Paese intero. È andata benissimo perché lo Stato ha fatto lo Stato: la Presidenza del Consiglio, l'ANCI, l'ASMEL, Avviso Pubblico, Libera, Legambiente e tante altre realtà si sono unite in un abbraccio attorno alla figura di Angelo. È un grande giorno per l'Italia e per la democrazia: quando si uccide un sindaco si feriscono i valori democratici, ma oggi lo Stato ha dato un segnale forte di presenza e di riscatto. Senza il grande lavoro dei carabinieri del ROS, che hanno indagato senza guardare in faccia a nessuno, oggi non saremmo qui. A loro va il nostro ringraziamento più profondo».
«È un giorno fondamentale per il nostro Paese e per il Sud. Portare davanti alla giustizia questi imputati - ha rimarcato il vicepresidente della Fondazione, Massimo Vassallo - significa non arrendersi all'oblio né alla rassegnazione. È una pietra miliare per la democrazia. Angelo non è solo nostro fratello, ma un simbolo di legalità per tutti, un esempio di sindaco che ha messo al centro i cittadini, la sua terra e il bene comune».
Soddisfazione è stata espressa anche dall'avvocato della Fondazione, Antonio Ingroia, che ha parlato di un passaggio determinante: «la giustizia arriva, magari lenta, magari tardi, ma arriva. Credo che sia un momento molto importante. Merito, va detto ancora una volta, della Procura di Salerno e dei carabinieri del Ros che hanno indagato senza guardare in faccia a nessuno. La costituzione di parte civile di tante associazioni dimostra che c'è un'Italia che crede ancora nella giustizia e che vuole verità e giustizia».
L'avvocato Anna Maria Anselmi, che affianca la Fondazione nel percorso giudiziario, ha evidenziato il valore simbolico di questa udienza: «rispetto ad altre esperienze, questa volta non eravamo soli. Nella vicenda del processo Due Torri bis, la Fondazione era l'unica parte civile; oggi invece abbiamo visto la nutrita partecipazione dello Stato, di associazioni locali e nazionali, di fondazioni che difendono la legalità. È già un grande risultato essere arrivati fin qui. In aula si respirava un'aria pesante, ma anche carica di significato: la presenza delle istituzioni è la dimostrazione che lo Stato vuole sostenere la legalità e allinearsi a essa. Questo è un processo simbolo: uccidendo un sindaco si uccide lo Stato, e per questo la battaglia per la verità sull'omicidio di Angelo Vassallo riguarda tutti gli italiani».
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