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Sanità
18 Settembre 2025 - 14:10
Luigi D’Emilio
“La sanità nell’area metropolitana di Napoli va sempre peggio. I pronto soccorso negli ospedali del centro storico cittadino e della provincia restano chiusi mentre quelli collinari superano spesso il limite della capienza e sono a rischio quotidiano di implosione, la carenza di posti letto sul territorio in tutti questi anni non è stata mai sanata, gli addetti diminuiscono ulteriormente e nonostante gli sforzi immani a cui il personale si sottopone non riescono più a rispondere alla pressante domanda di salute che arriva dai cittadini, i tetti mensili di spesa si esauriscono dopo dieci giorni e non si provvede a un riequilibrio improcrastinabile tra il settore pubblico e quello privato, la medicina territoriale è ancora un miraggio e chissà se, come e quando verrà completato il percorso con le Case e le altre strutture di Comunità.”
Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica di Napoli, la più potente federazione sindacale di settore, illustra la grave crisi in cui si trova la sanità ed attacca a tutto spiano, e chiede “una decisa accelerazione sul versante del potenziamento del personale sanitario, con concorsi per le figure professionali ai vari livelli specialistici, dagli infermieri ai tecnici di laboratorio, di radiologia, agli OOSS e le altre figure del comparto”.
“Il rapporto diffuso dall’Agenas, l’agenzia pubblica nazionale che si occupa dei servizi sanitari regionali – sottolinea il numero uno della categoria - conferma le drammatiche difficoltà che abbiamo continuamente denunciato. Essere ultimi nella mobilità sanitaria passiva, con un non esaltante ventesimo posto ed un deficit di 221,3 milioni, il peggior saldo d’Italia, significa tante cose. I pazienti vanno a curarsi fuori perché le liste di attesa qui sono eterne, e l’offerta di posti letto è estremamente carente. Ma significa anche, purtroppo, che l’aspettativa di vita diminuisce sempre di più perché c’è chi non va a curarsi non avendo soldi per le spese occorrenti alle trasferte. E che oltre 200 milioni vengono utilizzati per arricchire le regioni del Centro-Nord più efficienti e vengono detratti dai fondi che potrebbero essere spesi sul territorio per fare assunzioni, coprire i vuoti di organico e soddisfare i bisogni della gente. E’ questo il quadro reale – conclude D’Emilio – della sanità oggi a Napoli e nella regione. Il resto sono chiacchiere. Purtroppo.”
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