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20 Settembre 2025 - 08:54
MARCIANISE. Una devastante esplosione ha scosso la zona industriale di Marcianise nel Casertano, provocando una tragedia e gettando nel lutto l'intera comunità. L'incidente è avvenuto all'interno della ditta Ecopartenope, che conta una ventina di dipendenti, specializzata nella gestione di rifiuti ambientali.
Il bilancio è drammatico: tre morti e due feriti. A perdere la vita sono stati Pasquale De Vita, titolare della ditta, 51 anni insieme ai dipendenti anche loro napoletani, Ciro Minopoli 64 anni e Antonio Donadeo di 50 anni. In prima serata il ricnoscimento e poi il trasporto a Medicina Legale di Caserta.
L’azienda è stata sequestrata con apposizione dei sigilli. L'evento si è verificato intorno alle 15 di ieri, durante alcuni lavori di manutenzione sul tetto di un capannone. Secondo le prime ricostruzioni, l'esplosione, causata probabilmente da un serbatoio di olii esausti, ha generato un'onda d'urto di incredibile violenza. Uno dei lavoratori deceduti è stato sbalzato sul tetto di un'azienda vicina, a testimonianza della forza dello scoppio.
Sul posto sono intervenute immediatamente le squadre dei Vigili del Fuoco di Caserta, supportate da personale specializzato in operazioni di soccorso, bonifica e sicurezza chimico-radiologica. Le forze dell'ordine e la polizia municipale da subito si sono messe al lavoro per ricostruire la dinamica dell'incidente e accertare le responsabilità. L'intera area è stata messa in sicurezza per evitare ulteriori pericoli.
La notizia ha però scatenato un'ondata di rabbia, disperazione e incredulità. I familiari delle vittime sono arrivati sul posto tra le lacrime e la disperazione, manifestando la loro frustrazione anche nei confronti dei giornalisti. L'incidente è considerato uno dei più gravi nella storia industriale della zona. Il sindaco di Marcianise, Antonio Trombetta, ha annunciato il lutto cittadino, definendo la tragedia un infortunio «inammissibile in una società civile».
Anche il presidente della Provincia di Caserta, Anacleto Colombiano, si è detto «sgomento e addolorato», ribadendo che la sicurezza sul lavoro non è un optional ma un diritto fondamentale. Ha invitato le istituzioni e la società a «non abituarsi più a contare morti sul lavoro», auspicando maggiori controlli e investimenti in prevenzione.
I sindacati locali e regionali hanno espresso profondo cordoglio e indignazione, definendo la tragedia non una fatalità, ma il «fallimento di un sistema di fare impresa che uccide». In una nota congiunta, la Cgil Caserta, Napoli e Campania ha chiesto «verità immediata», un aumento di controlli e ispettori e un «piano straordinario per fermare questa strage silenziosa».
Anche la Uil Campania, tramite il suo segretario generale Giovanni Sgambati, ha chiesto un maggiore impegno da parte della nuova amministrazione regionale, suggerendo un rafforzamento dei servizi ispettivi delle Asl come prima risposta concreta. Infine, il segretario della Cisl Mattia Pirulli ha ribadito che sulla sicurezza «occorre fare molto di più» e ha chiesto un impegno congiunto di parti sociali e governo per una vera strategia nazionale.
«Contrastare le morti sui luoghi di lavoro e un obiettivo fondamentale. Non si può continuare ad assistere a queste tragedie che distruggono la vita dei lavoratori e delle loro famiglie. Bisogna destinare ancora più risorse per maggiori controlli, per la prevenzione per la formazione per una cultura della sicurezza» afferma Nicodemo Lanzetta, segretario generale Cisl Caserta.
La presidente dell'Asi di Caserta, Raffaela Pignetti, evidenzia come «più volte ho chiesto un tavolo di coordinamento per rafforzare i controlli sulle aziende, assumendo anche iniziative concrete. Ma nulla è stato fatto. Giunga il mio cordoglio alle famiglie, la mia vicinanza ai lavoratori. Oggi piangiamo tre vite spezzate».
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