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Fico, altolà a coalizione extralarge

Il candidato: «No al proliferare di liste civiche e civetta. Il programma c’è, con De Luca parleremo»

Fico, altolà a coalizione extralarge

MONTELLA. No alla coalizione extra large, e quindi altolà a «liste civiche, civetta» dice Roberto Fico da Montella (Avellino), dove si è recato alla locale Festa dell'Unità. Altro che Campo Largo: il candidato inizia a stringere il perimetro. Di certo, il suo modello è antitetico alle 15 liste a sostegno di De Luca nel 2020.

La metà circa, non di più: questo pare abbia in mente. «Non è che mi inchiodo, a sette o otto liste - spiega -, non è il numero, il punto principale è che ogni lista possa portare un valore aggiunto che rispecchi la coalizione, i valori e il programma, quindi la proliferazione senza alcun senso di liste civiche, civetta, non ci servono e non le vogliamo nella nostra coalizione, vogliamo una coalizione chiara, pulita, che abbia una sintesi importante del programma».

Una civica però ci sarà, ma è prassi: sarà quella del candidato presidente. Oltre meglio non andare. Un messaggio anche a Vincenzo De Luca, che una propria lista la metterà in campo. Due potrebbe anche farne, ma sembra che l'idea non piaccia agli alleati. Fico in primis.

E proprio il rapporto col governatore è un tormentone da campagna elettorale. All'occhio degli osservatori è saltata la freddezza nel Duomo di Napoli, per la Festa di San Gennaro: Fico e De Luca si sono ignorati. «È stato assolutamente un caso perché - giura il candidato del M5S - eravamo seduti nel protocollo distanti, ma detto questo quello che noi dobbiamo fare è evitare assolutamente le polemiche per un motivo, perché noi abbiamo, non solo in Campania, un calo della partecipazione anche al voto, le persone vogliono ascoltare i programmi, i temi, vogliono capire come la politica può trasformare in meglio le loro vite e se ci perdiamo in polemiche non servono a nessuno, noi dobbiamo andare dritto a rappresentare gli interessi legittimi di tutti i cittadini».

Di fronte al pressing dei cronisti, Fico fa catenaccio: con De Luca «quando ci vedremo, ci vedremo, ma non c'è nessun problema in incontrarlo, già l'ho detto, è il Presidente uscente». Ma tra i due restano vari nodi irrisolti. L'attuale inquilino di Santa Lucia, ad esempio, contesta la priorità data al nome del candidato, rispetto ai programmi.

«Invece il programma l'abbiamo perché - ribatte Fico - tutte le forze politiche hanno già lavorato al loro programma, ora noi stiamo lavorando a una armonizzazione, ma il programma è chiaro che lo abbiamo». E per l’ex presidente della Camera, ai primi posti del programma ci sono le aree interne, con il dramma spopolamento. Annuncia un assessorato ad hoc o «una task force», un raccordo con i sindaci, «un ascolto non formale ma sostanziale, dove si parlerà di servizi, di viabilità, di lavoro, di presidi sanitari».

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