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IL PROCESSO

Bomba contro l’ex marito: condannata

Tentato omicidio del finanziere Gabriele Agostino, Viviana Pagliarone incassa 10 anni

Bomba contro l’ex marito: condannata

Nella foto l’attentato dinamitardo del 21 marzo 2023; nel riquadro l’imputata Viviana Pagliarone

NAPOLI. Niente sconti per la donna che due anni fa provò a uccidere, ordinando un attentato, l’ex marito finanziere. Il gip di Napoli, Federica de Bellis, ha condannato a 10 anni di carcere Viviana Pagliarone, accogliendo la richiesta avanzata dal pubblico ministero Maurizio De Marco. Vittima il maggiore della guardia di finanza Gabriele Agostini, uscito miracolosamente vivo da un attentato organizzato con un ordigno esplosivo piazzato sulla sua auto a Bacoli.

L’episodio risale al 21 marzo del 2023. Un ulteriore sviluppo giudiziario si era avuto il 13 novembre scorso, quando il giudice Rosaria Aufieri, al termine del rito abbreviato, ha inflitto la stessa pena, 10 anni di reclusione, a Franco Di Pierno, individuato come l’artificiere che avrebbe materialmente costruito la bomba collocata nell’auto del finanziere. L’attentato non raggiunse però lo scopo omicida.

Un rapporto al capolinea e un odio viscerale concretizzatosi in un estenuante contenzioso giudiziario per ottenere l’affidamento del figlio, un bimbo di appena tre anni.

Era stata così arrestata a ottobre scorso con l’accusa di essere la mandante dell’attentato dinamitardo che il 21 marzo 2023, a Bacoli, ha quasi ucciso l’ex marito, un maggiore della guardia di finanza in servizio a Napoli, Viviana Pagliarone, che sarebbe stata pronta a tutto pur di riuscire nell’intento: «È stata una separazione conflittuale, con conseguenti reciproche denunce. Lei cercava di impedirmi di vedere il bambino», ha riferito la vittima agli inquirenti già all’indomani della grave intimidazione.

Originaria di Roma, ma residente in Abruzzo, in provincia di Chieti, Pagliarone esercitava la professione di avvocato e risultava iscritta all’Ordine di Foggia. Ed è proprio tramite un avvocato che la trentanovenne sarebbe riuscita a entrare in contatto con Franco Di Pierno, individuato dai carabinieri di Napoli come l’esecutore materiale dell’attentato che ha distrutto l’auto dell’ufficiale della guardia di finanza.

I due, infatti, stando a quanto emerso dalle indagini, si sarebbero incontrati nel suo studio ed è qui che la professionista avrebbe «agganciato», il primo tra l’altro a finire in manette. Proprio a Di Pierno risulta tra l’altro collegato il genero Giovanni Di Stefano, anch’egli coinvolto nella seconda tranche dell’inchiesta.

Quanto al terzo indagato, il quarantaseienne Ciro Caliendo, ritenuto dai carabinieri coinvolto nel tentato omicidio dell’ufficiale della guardia di finanza, si tratta di un imprenditore vitivinicolo. L’uomo era indagato a piede libero per omicidio volontario in relazione alla morte della moglie, Lucia Salcone, la 47enne deceduta in un grave incidente stradale avvenuto il 27 settembre scorso a San Severo, in provincia di Foggia, che ha coinvolto la Fiat 500 a bordo della quale viaggiava la vittima e il consorte.

A commissionare l’attentato ai danni del finanziere avvenuto in località Bellavista, a Bacoli, il 21 marzo 2023, sarebbe stata, dunque l’ex moglie, per la quale è arrivata ora una condanna a 10 anni.

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